02 dicembre 2007

Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione...

Ah lo spazio! Come mi mancava! Quanto mi mancava!
L'autostoppista galattico non è la gioia di mammà.
Mammà sognava un posto alla Cariga [cassa di risparmio galattica], che così il figlioccio si metteva apposto.
Che poi lei non lo sa, ma alla Cariga non assumono più nessuno. Hanno capito che, in fondo, il lavoro del cassiere non serviva mica. Così in tutte le filiali hanno inserito dei macchinari che fanno tutte le operazioni [pollifici bancari, versamenti, donazioni, prelievi -compresi quelli ematici a scopo di analisi-, caffè, prenotazione escort, ecc.].
Insomma perché stipendiare qualcuno?
Singolare il fatto che l'unico dipendente di filiale sia quello addetto alle operazioni notturne.
Onde evitare il danneggiamento dei preziosi terminali nelle ore notturne [e si sa, nello spazio certe notti sono particolarmente lunghe e pericolose], un dipendente di razza variabile fa le veci del "nostrano" bancomat, e per di più vende le sigarette.
Mammà mi avrebbe voluto direttore di banca, perché so dire frasi del tipo "incrementiamo la sinergia tra gli active sellers e il back office, accogliendo proattivamente eventuali criticità, con l'obiettivo di incrementare la redemption."
Ma ciò non è bastato.
In uno dei miei rari deliri di professionalità ho mandato un curriculum alla Cariga: mi hanno risposto celermente.
Il suo curriculum è di particolare interesse, attendiamo telefonata di un qualunque politico, esponente di organizzazioni religiose, per confermarle la data del colloquio.
E così finì la mia carrierà bancaria.
Meglio viaggiare.
Mammà non è contenta.
Ma Mammà in effetti è stata sbriciolata insieme al pianeta terra parecchi mesi fa, ed ora ne sopravvive solo un alter ego sulla cornuncopia della terra.
Insomma perché dannarsi? Quando puoi alzarti tardi la mattina lasciando al "pilota-automatico-empatico" l'onere della navigazione, al Maresciallo Tito l'onere della cucina, e a me l'onore di esplorare l'universo chiedendomi sempre "perché?".
Tanto l'affitto oggi non lo paghi neanche col posto fisso.
Ma poi, in fondo, il posto fisso mica esiste.
E' una leggenda che hanno inventato le vecchie generazioni per convincerci a pagare le loro pensioni, facendoci intendere che un giorno, forse, anche noi potremmo averne una.

mars volta - televators [live in london]

22 agosto 2007

Aggiornamenti meteoritici dallo spazio [parte II]

L'astronave Fi@t viaggia pacifica nello spazio.
Il Maresciallo Tito si accende una sigaretta e pilota silenzioso. Credo di essere uno dei pochi viaggiatori galattici la cui astronave viene pilotata da un animale domestico. Vabbè che il Maresciallo Tito non è un cane qualunque, essendo in grado di parlare correntemente circa duecento dialetti spaziali, in possesso di sei lauree conseguite all'università canina del pianeta Blood-Hound, eccetera eccetera.
Io credo che piloti per pena nei miei confronti. O che si sia stufato di essere trattato da cervellone ed abbia voglia di fare un po' di vita da cani.
In effetti non ce la stiamo passando benissimo. L'autorizzazione per avviare la mia compagnia assicurativa non è ancora arrivata, e le idee per tirare avanti cominciano a scarseggiare.
Abbiamo vagato un po' a caso, e siamo finiti nella fase filosofica, ciò non ci aiuta ad essere più pragmatici. Ma il mio cibo in scatola va ad esaurimento e così il fois-gras del Maresciallo.
Ho mandato un piccione a reazione nucleare al mio alterego robotico per ottenere qualche consiglio, ma quel bastardo si è così calato nel "mio personaggio" che per fare qualunque cosa, compreso rispondere ad un messaggio, deve attendere il momento dell'ineluttabile.
La Guida Galattica Per Autostoppisti descrive il momento dell'ineluttabile come quel momento in cui non è più possibile procrastinare un'attività più volte procrastinata senza subire conseguenze infelici. Questa felice definizione si collega alla teoria economica della "pigrizia produttiva", secondo la quale un'incombenza fatta nel "momento dell'ineluttabile" viene conclusa in un tempo sicuramente inferiore a quello richiesto normalmente per realizzare quella determinata azione, lasciando ulteriore tempo libero per oziare in attesa del successivo ineluttabile. Diverse correnti filosofiche-lavoristiche hanno adottato questa teoria, arrivando a teorizzare un ineluttabile-eluttabile, che la Guida Galattica descrive brevemente con la frase "avrei dovuto ma ormai è troppo tardi".

Tralasciando le mie consuete parentesi definitorie il momento di difficoltà persiste.
Mi manca anche un po' la vecchia terra, e mi piacerebbe farci un salto, magari prima della sua distruzione avvenuta il 31 Dicembre 2006. Ciò è possibile mediante astronavi utilitarie modellate a forma di Sharpei che sono in grado di viaggiare attraverso le pieghe pelose dello spazio tempo.
Farei volentieri una capatina al 1996 terrestre per andare a salutare alcuni amici, i miei compagni di scuola, la mia amata compagna di banco, e magari mi tratterei per l'estate a rivedere un po' la vita di quegli anni là.

Mannaggia alla fase filosofica, servono benzina, sigarette e quant'altro.
Sulla terra a quest'ora è giorno.
Qua è notte. Ma d'altronde nello spazio è sempre notte.

04 aprile 2007

Ma gli androidi sognano pecore elettriche? [parte prima]

L'universo è indubbiamente grande, fa spavento. E nonostante possa capitare alle volte di trovarsi in ingorghi galattici, per la maggior parte del tempo si è soli, dei puntini sperduti nel nero più nero.
In molte occasioni io e il Maresciallo Tito ci siamo spinti lontano dalle autostrade galattiche, per il gusto di vagabondare.
Non potrai mai dire di aver visto tutto l'universo, ma, fondamentalmente, l'universo in se stesso è abbastanza piatto. A meno di non scendere sui pianeti, se ne incontrano e se ne scoprono tanti; pratica però non sempre consigliabile.
I terrestri, razza tra le più innocue della galassia, accoglievano i turisti galattici a missilate, e credo lo facciano ancora sulla cornucopia della terra. La guida galattica per autostoppisti consiglia di accertarsi sempre che il pianeta sul quale si decide di atterrare sia membro della confederazione dei Pianeti Uniti. In caso contrario la guida contempla diverse possibilità, la maggior parte delle quali conducono a morte certa. Ergo, atterrare sui pianeti sconosciuti è molto pericoloso.
Perciò spesso ci si trova a vagabondare nel nero più nero, senza una meta vera e propria.
Dopo un paio di settimane galattiche di solitudine infinita si apre la cosiddetta fase filosofica. Questa produce quesiti irrisolvibili nei cervelli delle razze che l'attraversano.
Il terrestre normalmente apre la sua fase con dei perché minori, fino a giungere al centro del cerchio concentrico che produce il perché assoluto, la domanda delle domande. La domanda si insinua nell'anima e trapana la mente del malcapitato fino a quando l'astronave va in riserva, e così finisce tutto.
Per interrompere una fase filosofica è sufficiente un'impellente necessità di rifornimento di carburante. Oppure la fine delle sigarette a dodici anni luce dal più vicino tabacchino.
Ed è qui che si apre la fase sociopolitica, molto più violenta ma ugualmente fine a se stessa.
Ma torniamo a noi: vagando per l'universo mi è venuto in mente di fare il tour Blade Runner.
Ai Bastioni di Orione non ho trovato navi da combattimento in fiamme, ma un eccezionale ristorantino chiamato "Ahuahuakejsdndj" che in orionese vuol dire un elegantissimo "Deckard fa i bocchini col culo". La specialità sono dei simil-anelli-di-cipolla, la cui digeribilità è ancora sotto lo stupefatto studio di eminenti luminari. Sembra infatti che non vi sia razza nell'universo in grado di digerirne una porzione in un tempo inferiore a tre anni luce.
Sono buonissimi però.
Seconda tappa, le porte di Tannhauser. Mi aspettavo di trovare una sorta di aurora boreale radioattiva, ed invece quelli che potevano sembrare raggi B, erano in realtà le strobo della più grande discoteca della galassia. Su Tannhauser infatti si è radunata da miliardi di anni una famosa comunità gabber multirazza che vive un perenne rave.
Delusissimi ci siamo allontanati dal truzzaio, con i simil-anelli-di-cipolla che ancora si fanno sentire. Il Maresciallo Tito mi guarda perplesso e dichiara: ora abbiamo la prova che Roy Batty diceva delle cazzate.

Explosions in the sky - Six Days at the bottom of the ocean

11 marzo 2007

Avrei voluto essere il mio cane

Nello spazio la vita non è affatto facile.
Innanzitutto il cane ti piscia nell'astronave, mica lo puoi portare fuori a fare bisognini.
E se anche lo facessi comunque si defecherebbe dentro la tuta spaziale.
L'immensità dell'universo, a volte, può far sentire soli: un animale domestico ci vuole!
Ed io ne ho uno.
Non posso dire che sia propriamente un cane. Ha le fattezze di un cane di stazza medio grande, espleta tutte le funzioni canine, ma ha una perenne ed insaziabile voglia di accoppiarsi, sa giocare perfettamente a scacchi [ma non ama perdere], se ne intende di filosofia contemporanea, e adora fumare la pipa. L'ho trovato sul pianeta blood-hound, nella galassia del cane-randagio: ci siamo piaciuti a vicenda; l'ho chiamato Maresciallo Tito.
Qualche sera fa eravamo seduti nell'ameno salottino della mia astronave FI@T, velivolo proletario tra i più venduti della galassia [per il momento ho dovuto accontentarmi, ma se la mia impresa di assicurazioni dovesse avviarsi potrei optare per una grintosa Alfa Centauri Romeo].
Vabbé eravamo lì, piacevolmente seduti a sorseggiare dell'ottimo gotto esplosivo pangalattico quando il Maresciallo Tito mi ha sussurrato: "amico mio, mi sento così solo ed inutile, qual'é il senso di tutto ciò?".
La mia mente è andata dritta verso il mio fido compagno canino sulla terra, il mio amato Pablito. Per essere felice a Pablito bastavano delle piccole cose: prima di tutto delle mutande usate da rubare [dallo stendipanni o dalla cesta] e masticare, secondariamente il cambio delle lenzuola. Non poteva resistere al fascino di un letto appena fatto.
Un tempo pensavo che Pablito fosse stupido.
Poi ho riconsiderato il suo occhio mezzo aperto mentre stravaccato sul mio letto mi osservava vestirmi per andare a scuola, e poi all'università, e poi al lavoro.
E il suo bere costantemente dalla tazza del water senza averne disgusto [perché aprire un rubinetto quando l'acqua è già lì pronta a disposizione? Per di più molto più saporita].
Insomma ho consigliato al Maresciallo Tito: "fai un salto sulla cornucopia della terra a conoscere Pablito, potrebbe esserti utile per superare questo tuo momento di crisi".
E lui, senza ritegno: "forse è un consiglio che dovresti seguire più tu di me".
"Hai ragione caro Maresciallo Tito, solo oggi scopro che in più di un'occasione avrei voluto essere il mio cane".

01 marzo 2007

L'assicuratore Galattico: le fondamenta di un impero.

Tralasciamo per un po' la dialettica ossessivo compulsiva del mio alter ego robotico sulla cornucopia della terra e torniamo alla realtà.
Anno 1 d.v.t. (dopo vaporizzazione terra) dell'ultimo terrestre originale, in piena attività nell'universo conosciuto e non.
Nonostante i bighellonamenti nella galassia con il mio caro amico autostoppista [compilatore della grandiosa Guida Galattica Per Autostoppisti] siano molto divertenti, ho deciso di impiegare buona parte del mio tempo in quello che mi riesce meglio: fare l'assicuratore galattico.
Non più come broker: ora voglio aprire una mia impresa di assicurazioni per conquistare pian piano tutto il mercato assicurativo galattico e diventare l'essere senziente più ricco dell'universo [essendo l'ultimo terrestre ancora in vita, teoricamente posso già sciorinare di essere l'uomo più ricco della galassia].
Ma essere un piccolo imprenditore nello spazio non è tutto rose e fiori.
Innanzitutto la burocrazia.
Prima di tutto è necessaria un'autorizzazione ad iniziare l'attività, rilasciata dall'ufficio
Lentezze e Code gestito dai Vogon. Per ottenerla è necessario compilare il temuto modello AA9 [scherzosamente definito come questionario rinunciaci dalla GGpA], le cui istruzioni per la compilazione sono così complicate da aver causato numerose emorragie celebrali sul pianeta dei praticanti legali [Dalla Guida Galattica. Pianeta dei praticanti legali: pianeta interamente abitato da esseri acelebrati poverissimi, il cui esoscheletro incorpora cravatte multicolore raramente intonate, e la cui unica funzionalità è concentrata nella loro mano monodito, adibita a premere pulsantoni verdi. Essi infatti si occupano gratuitamente della fotocopiatura di documenti redatti su altri pianeti, dei quali comunque ignorano il significato].
Una volta compilato il modello AA9 è necessario individuare un esperto in lingue arcaiche, imbottirlo di gotto esplosivo pangalattico, amputargli gli arti per evitargli ogni possibilità di fuga e costringerlo a tradurre il breve vademecum di invio invio in forma telematica alla centrale operativa Vogon, necessario per sottoporre tutta la documentazione giustificativa richiesta [che comprende tra l'altro anche un'autocertificazione di non aver mai prestato servizio come
ausiliario del traffico galattico, qualifica che esclude a priori, per manifesta incapacità mentale, l'esercizio di qualunque attività commerciale].
E quindi comincia il famoso iter burocratico dell'amministrazione Vogon.
Dovete sapere che i Vogon sono dei pedanti burocrati.
Non alzerebbero un dito nemmeno per salvare la loro nonna dalla Vorace Bestia Bugblatta di Traal, senza un ordine in triplice copia spedito, ricevuto, verificato, smarrito, ritrovato, soggetto a inchiesta ufficiale, smarrito di nuovo ed infine sepolto nella torba per tre mesi e riciclato come cubetti accendifuoco.
Avrete capito quindi che attualmente sono in attesa dell'autorizzazione ad esercitare l'attività di assicuratore galattico, e non so precisamente quanto mi toccherà aspettare.
Dovesse mai arrivare, si apriranno tutta una serie di questioni che risolverò volta per volta: come la localizzazione dei pianeti sui quali aprire le sedi della mia nuova compagnia assicurativa, la selezione dei dipendenti, la scelta dei rischi da assicurare, e non ultimo il nome da dare alla mia impresa.
Insomma ci sarà parecchio da lavorare.
Ma un giorno sarò così ricco che potrò rilevare la cornucopia della terra dall'attuale proprietario, e aprirci un bordello di lusso per camionisti galattici. E quello si che sarà bisness!

28 gennaio 2007

Aggiornamenti meteoritici dallo spazio, per giustificare il cappotto cammello

Io e l'amico autostoppista ce la stiamo spassando nello spazio.
Abbiamo messo su un piccolo business, parallelo alla sua attività di compilatore della Guida Galattica, e alla mia di Assicuratore Galattico.
In pratica ci siamo trovati chissà perché, chissà percome, all'estremità dell'universo e c'era il nulla!
Così abbiamo preso qualche bottiglietta e l'abbiamo riempita di nulla, sigillato il tappo e inciso sull'etichetta "vero nulla!". Poi, abbiamo riempito, per sicurezza, anche una damigiana.
Sul pianeta Allocco (secondo pianeta della galassia degli Zebedei) abbiamo allestito un banchetto e abbiamo iniziato la vendita. I turisti galattici vanno matti per il nulla [determinate razze lo usano come condimento per le diete, altre per correggersi il caffé, sulla terra qualcuno lo usava per i cocktail al rum -il cosiddetto rummebbasta-].
Finché qualcuno non ha sollevato la questione.
Come faccio a sapere che è vero nulla?
E noi, sornioni: "che ci vedi dentro?"
E via così.
Fino alla fine delle bottigliette, quando abbiamo iniziato a ricorrere alla scorta della damigiana, e lì, quale giubilo, ci siamo resi conti che continuando a togliere nulla da una damigiana di nulla continuava a rimanere nulla: questo ha incrementato di parecchio i nostri introiti!
Così con il ricavato di quella divertente giornata mi sono comprato una pelliccia di puro Semprale [per sapere qualcosa in più sui Semprali, sul nulla, e su Dio CLICCA QUI], e un bellissimo videofonino della H3Galactic che mi permette di comunicare in tempo reale col mio alter ego robotico su terra bis.
Così ho scoperto un sacco di cose interessanti, e sono più che convinto che mentre io sono qui a spassarmela nello spazio, lui stia facendo un'ottima interpretazione di me sulla cornucopia della terra.
Bé poi vi racconterò di lui più in particolare, dei suoi sensi di colpa per la rottamazione del suo amato veicolo, del fatto che ieri sera ha visto una ragazza di estrazione dantesca per la quale ha sempre avuto un debole [nel senso dantesco del termine! Visto che io sulla terra sono fidanzato!] e che lo fa sempre sospirare, del fatto che benché faccia carriera sia sempre deciso a diventare una rockstar... e infine..... i robot..... perdono i capelli????????
Dallo spazio e dal Marco in carne ed ossa, per il momento è tutto, rilancio la palla all'amico androide.

09 gennaio 2007

Verso Betelgeuse [spiritello porcello?]

Stasera, per inaugurare la mia nuova vita nello spazio, ci siamo sparati una buona dose di gotto esplosivo pangalattico (del quale QUI è riportata la ricetta). Ora ho una testa così, ma tanto basta per raccontarvi qualche novità.
Ci dirigiamo verso Betelgeuse, ed io ho idea che vi incontrerò il famoso spiritello porcello, ma l'autostoppista mi ammonisce di pensare addirittura bidimensionalmente mischiando la realtà quadrimensionale con la pessima filmografia terrestre (una delle peggiori tre della galassia).
Non me la sento di contraddirlo, pur ritenendo Beetlejuice, spiritello porcello un ottimo film.
La Guida Galattica per Autostoppisti sostiene che la filmografia terrestre non sarebbe scesa così in basso se non fosse stato per Armageddon, e per Meg Ryan.
Riguardo 2001 Odissea nello spazio la Guida si limita a dire: "succedaneo terrestre del sonnifero".
Insomma le forme d'arte terrestri non sono universalmente riconosciute nella galassia.
Tre milioni di Intelligentiani (pianeta abitato da esseri immateriali fatti di sola mente) si sono suicidati lanciandosi nelle fiamme eterne del vulcano Keskott dopo aver letto Sulle sponde del fiume Piedra mi sono seduta è ho pianto.
Un intera colonia di Empadonti è stata falcidiata dopo essere finita per puro caso nella traiettoria delle onde sonore (a tre anni luce di distanza) dell'ultima canzone degli U2.
Mi tocca pilotare la carcassa spaziale ora, è meglio che vi lasci.
Chissà come se la cava il mio alterego androide sulla terra: sulla gmail (galacticmail) ho trovato parecchie registrazioni a siti porno, il ragazzo si è calato alla grande nella parte.
Ci sono anche altre grandi news, che per scaramanzia non svelerò fino al 27 Gennaio.
Ed ora è meglio che piloti per davvero, visto che stiamo per essere inghiottiti da un pulsar.
A presto terricoli!

08 gennaio 2007

L'inizio di un lungo viaggio

Alla fine è successo ciò che ci si attendeva, la terra è esplosa il 31 Dicembre 2006 alle ore 23.59.59 (terrestrogalattiche non le nostre ore canoniche.).
Le motivazioni sono molteplici:

1) sulla terra si stava perfezionando il computer progettato da Pensiero Profondo per elaborare la domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto, la cui risposta è 42.
2) il punto 1 non era di gradimento di certi esseri pandimensionali dei quali vi parlerò in seguito.
3) al posto del pianeta terra doveva essere costruita una tangenziale galattica
4) la terra era comunque destinata all'autodistruzione

Il mio caro amico autostoppista mi ha fatto il favore di venire a recuperarmi con la sua astronave malandata in piazza del Popolo a Roma, proprio mentre mi accingevo a festeggiare l'avvento del nuovo anno che, invece, non è arrivato.
Fortunatamente nessuno si è accorto della grande esplosione.
Un po' perché la maggioranza dei terrestri in quel momento era palesemente ubriaca, un po' perché il gran botto ha creato un'implosione nucleare così istantanea da creare una circonvallazione temporale che incredibilmente ha permesso di riaggregare il 99.9% della terra a poche galassie di distanza.
Curiosamente lo 0.1% non riaggregatosi, comprendeva la mia Renault Clio, risparmiandomi così le spese della rottamazione.
Tutto ciò non è stato indolore comunque. La nuova galassia che ospita la terra è in tutto e per tutto simile a quello originario, tranne che per il particolare che entro un tot di anni è prevista una supernova bella calda. E lì ci sarà da divertirsi.
Tornando a noi, io ora mi trovo nello spazio aperto, in compagnia del mio fido amico autostoppista, e ce ne andiamo un po' a spasso nell'universo in espansione.
Nel frattempo la terra continua a funzionare più o meno regolarmente, ed anche se non ci sono più, ho mandato sul pianeta un mio alterego robotico che farà le mie veci.
Mi assomiglia molto (a parte il fatto che, durante la fase di design gli ho prolungato il simil-pene-androide a 23 centimetri), sa preparare l'impepata di cozze, non russa molto, ed è progettato per fare l'assicuratore: addirittura a chi gli rifiuta la polizza casa, incendia il fabbricato.
Insomma è un'avventura che inizia.
Fortuna che la vita riserva ancora qualche sorpresa: la vita, l'universo, e tutto quanto, da qui, hanno tutto un altro significato.

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