tag:blogger.com,1999:blog-287695532024-02-07T05:21:14.454+01:00Lettere che avevo intenzione di scrivereUnknownnoreply@blogger.comBlogger59125tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-18291919719407326542018-10-28T19:33:00.000+01:002018-10-28T19:33:01.205+01:00Scarafaggi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div align="center" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<h4 style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-weight: normal; text-align: justify;">L'agente immobiliare era troppo giovane per sembrare
davvero affidabile, ciò nonostante andai con lui in agenzia, versai un acconto
di due mesi e presi le chiavi. Avevo fretta di sistemarmi a Milano.</span><br />
<span style="color: black;"><o:p> </o:p></span></h4>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">La casa era mono-esposta su viale Monte Ceneri, con le due
finestre che davano proprio sul cavalcavia. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Aveva un piccolo salotto con cucina, camera da letto,
bagno. Le stanze erano arredate in un sobrio stile degli anni sessanta,
con i mobili in legno scuro venato, e la cucina in formica. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Dopo un passaggio al supermercato per procurarmi il
necessario, lavai sommariamente il pavimento e il bagno. In cucina c’erano
residui di grasso sul piano cottura e sulle piastrelle, e la cappa di
aspirazione produceva un suono agonizzante. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Le pagine di quotidiano poggiate sopra i componibili più
alti erano vecchi di almeno cinque anni. Rimossi la carta, senza
resistere alla tentazione di leggere qualche notizia.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Accesi il 20 pollici a tubo catodico Inno Hit e mi stupii
nel constatare che prendeva i canali del digitale terrestre, forse grazie a
qualche adattatore. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="color: black;">Avevo mandato decine di curriculum ricevendo pochissime
risposte; non percepivo più il sussidio di disoccupazione da alcuni mesi e mi
trovavo in una situazione economica disastrosa.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Quando un'azienda mi chiamò, fissai il colloquio nel giro
di pochi giorni e mi presero come magazziniere, con paga minima e buoni pasto. Iniziai
subito. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Nei primi giorni affiancai la persona che dovevo
sostituire, un vecchio albanese che di lì a poco sarebbe tornato in patria.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">L'albanese lavorava lì da qualche anno, ed i camionisti lo
trattavano con rispetto.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- Ai camionisti
non gli puoi far fare il cazzo che vogliono, hai capito? <o:p></o:p></span></i></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">L'albanese aveva 65 anni, ma ne dimostrava meno. Era arrivato
in Italia nel 1992, e negli anni aveva lavorato come operaio edile, imbianchino,
magazziniere, mettendo da parte una bella sommetta in Albania.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">- Io non faccio come i ragazzi che si spendono tutto al bar, ogni
mese mando i soldi a mia moglie e mi tengo solo quello che mi serve. <o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Mi disse che aveva recentemente finito di costruire per la
sua famiglia una villetta nei pressi di Pogradec, quasi al confine con la
Macedonia, e che nel giro di qualche settimana avrebbe preso per l'ultima volta
l'autobus da Milano per ricongiungersi con la moglie, i 5 figli, ed i nipoti.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Una mattina andando al lavoro, sulla 91 mi misi a
chiacchierare con una ragazza, l'avevo incrociata diverse volte. Lei avrà
avuto trentacinque anni, era grassa, forse oltre i cento chili.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Faceva molto caldo ed eravamo entrambi sofferenti. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- Bel modo per
iniziare la giornata eh?<o:p></o:p></span></i></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Mi rispose, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">- Vuoi
mettere? Fai la sauna gratis. <o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Di solito ci limitavamo ad un saluto a distanza, altre
volte ci capitava di sedere vicini e chiacchieravamo sulle letture comuni o sui
film.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Un giorno lei mi raccontò che andava ogni mattina in
ospedale per seguire una terapia per perdere peso. Tutto era iniziato anni
prima dopo un incidente stradale molto grave, che era costato la vita ad una
sua amica ed al suo cane. Riusciva a raccontare con un certo distacco le
circostanze dell'incidente, aggiungendo una nota sarcastica sul non aver messo
le cinture di sicurezza al cane che era stato sbalzato fuori dalla macchina. A
causa del senso di colpa si era rifugiata in maniera compulsiva nel cibo. Disse
che la terapia le stava dando grandi benefici.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Questa storia generò un'improvvisa intimità alla quale non
ero preparato.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Nei giorni successivi mi limitai a prendere una corsa
qualche minuto prima per evitarla.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="color: black;">Avevo deciso di esplorare un po' la città, ma in breve mi
ero reso conto che non c'era molto da vedere, perciò passavo le mie sere a
casa. Mi facevo una pasta al burro e la mangiavo davanti alla televisione.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Il cavalcavia era trafficatissimo fino alle nove di sera,
ed era impossibile tenere le finestre aperte a causa del rumore e dei fumi
delle macchine.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Il caldo era schifoso, ed andavo a dormire nudo, senza
lenzuola; fu in quel periodo che iniziai a notare le punture. Al mattino, ne
trovavo sul collo, sulle braccia e sulle gambe. Prima poche, poi tantissime.
Inizialmente pensai alle zanzare ma, indagando meglio, in un angolo poco
visibile del materasso, scoprii una gravissima infestazione di cimici del
letto.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Per diverse notti le cimici si erano nutrite del mio
sangue, il disgusto mi paralizzò.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Buttai subito via il materasso, e spruzzai tonnellate di
insetticida in camera da letto, e per un po' decisi di dormire sul divano.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><br />
Era l'ultima settimana dell'Albanese. Mi disse che lui si era abituato da tempo
a vivere in case infestate da scarafaggi o cimici. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">- A Milano sono tutte così.</i> <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">In particolare recentemente aveva condiviso un appartamento
con altri cinque ragazzi slavi, per risparmiare ancora un po' prima di tornare
in patria. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">- <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Di notte potevamo
sentire il rumore delle zampe degli scarafaggi sul pavimento, e tante volte te
li trovavi pure sulla faccia. Dopo un po' ti abitui, tanto mica ti mordono.
Alle volte accendevo la lampada improvvisamente e vedevo tutti gli scarafaggi
correre via a nascondersi. Mica li becchi alla luce quei figli di puttana. <o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- Però cazzo che
schifo, i miei mordono cazzo, guarda qua. <o:p></o:p></span></i></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Gli mostrai i segni sulle braccia.<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- Eh ma le case
sono vecchie, si nascondono nei tubi e quando piove vengono su.<o:p></o:p></span></i></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="color: black;">Dopo circa cinque giorni sul divano le punture
ricominciarono, e la cosa mi gettò nello sconforto: l'infestazione non era
limitata al materasso che avevo buttato. Ispezionai con cura tutti gli
angoli della casa senza trovare nulla, solo escrementi ed insetti morti, ma non
il nido. Smontai il divano, niente, solo polvere, capelli, residui di
vite passate. Irrorai l'intera casa con un potente insetticida, il cui odore
acre mi bruciava le narici.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">L'agenzia disse che non poteva aiutarmi, e che avrei dovuto
farmi carico delle spese della disinfestazione. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Trovai una ditta che fece una prima ispezione. La
disinfestazione sarebbe costata più di mille euro, e per quindici giorni sarei
stato costretto a stare fuori di casa.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- non è facile
purtroppo</span></i><span style="color: black;">, mi disse il titolare al
telefono - <i style="mso-bidi-font-style: normal;">se non si riescono a trovare
tutti i nidi, l'infestazione continuerà a presentarsi anche cambiando i mobili.
Speriamo di non dover togliere la carta da parati, perché altro che mille euro.<o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Ero veramente in crisi. Non avevo i soldi per pagare
l'intervento, né per andare in albergo o in un altro appartamento, e non potevo
neanche assentarmi dal lavoro.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Decisi di arrangiarmi da solo: dormivo su un materassino,
avvolto in un sacco-lenzuolo cosparso di repellente per insetti. Ispezionavo
maniacalmente la mia pelle al mattino alla ricerca di tracce di punture che,
periodicamente, ricomparivano, facendomi cadere in una tetra frustrazione.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Sulla 91 la ragazza mi si avvicinò, - <i>ehi, hai un
aspetto terribile. Come stai?</i><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Le raccontai la storia delle cimici e lei mi disse di
stare attento, perché potrei averle anche sui vestiti, ed infestare qualunque
luogo. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">- <i>sto diventando paranoico, non penso ad altro, non
dormo. <o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="color: black;">-mi dispiace molto</span></i><span style="color: black;">, mi
disse, voltandomi le spalle e facendosi strada a fatica verso l'uscita.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="color: black;">In magazzino passavo molte ore senza fare niente. C'erano
dei momenti di picco, in cui dovevo muovermi molto velocemente, ma per la
maggior parte del tempo me ne stavo tranquillo nella garitta. Non potevo
leggere o guardare la TV, ma ascoltavo la radio ed avevo molto tempo per
pensare.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Erano passati ormai diversi mesi dalla morte di mio padre.
La sua scomparsa non aveva lasciato un grande vuoto nella mia vita quotidiana,
ci vedevamo pochissimo già da molti anni. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Eravamo come due estranei costretti a frequentarsi di tanto
in tanto: nessuno dei due ne sentiva l'esigenza, tanto meno ne traeva alcun
beneficio.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">L'ultima volta che lo vidi fu circa sei mesi prima della morte,
quando era pienamente consapevole che il suo corpo si stava gravemente
consumando di giorno in giorno. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">- <i style="mso-bidi-font-style: normal;">stai tranquillo, mi
disse, non credo che morirò tanto presto, mi sento ok tutto sommato.<o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">- <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sono
tranquillissimo guarda, ti vedo bene infatti, di buon umore.</i><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Ma tossiva in maniera veramente spaventosa, come se stesse
per rompersi.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">- <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Sai che sto
provando a finire quel corso, vorrei prendere l'abilitazione.<o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- Bene dai, mi
sembra una cosa buona. Hai visto qualche partita alla tv?<o:p></o:p></span></i></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Quando andai via mi disse semplicemente, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">salutami la mamma se la vedi.<o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- Certo che la
vedo.<o:p></o:p></span></i></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">La verità è che non ci volevamo bene, in un certo momento
delle nostre vite avevamo smesso.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Per me e mia madre, lui era semplicemente la testa di
cazzo. Tanti anni fa aveva menato mia madre, e questo non gli era stato
perdonato. Non dimenticherò mai le urla di quella notte, gli schiaffi ed i
vetri rotti. Non era la prima volta, ed alla fine si beccò l'ordine restrittivo
del tribunale.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">All'epoca i miei stavano ancora pagando il mutuo, quindi
mio padre non poteva permettersi un altro appartamento, e credo che per un
lungo periodo abbia dormito in macchina. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Spesso lo vedevo aggirarsi intorno a casa nostra, e anche
davanti a scuola. Quando mia madre se ne accorgeva gli urlava contro, cose tipo
- <i>stai alla larga da noi pazzoide </i>o - <i>chiamo i
carabinieri </i>. Allora lui le rispondeva cose orribili tipo - <i>ti
ammazzo puttana</i>, e ci guardava con occhi pieni di rabbia.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Sono cresciuto pensando che mio padre fosse un potenziale
assassino, che sarebbe entrato in casa e ci avrebbe scannati come maiali; mia
madre me lo ripeteva sempre. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Solo molti anni dopo, quando le acque si erano finalmente
calmate, ho potuto avere una rapporto civile con lui. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Ma era passato troppo tempo e nessuno sapeva più niente
dell'altro. Non mi disse mai perché veniva davanti alla scuola, e decidemmo
tacitamente di non parlarne mai.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Visse in un limbo di cui so poco, finché il cancro non lo
divorò. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Mia madre ricominciò la sua vita con un altro uomo, un buon
uomo.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">La prolungata privazione del sonno mi faceva avere
perennemente cattivi pensieri. A volte immaginavo che gli insetti invisibili
che di notte si nutrivano del mio sangue fossero l'equivalente del cancro di
mio padre, e che le due cose fossero collegate, come un messaggio inviato
dall'aldilà.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Me ne stavo infilato nel sacco lenzuolo con le luci sempre
accese, cercando di percepire qualunque movimento sul pavimento, con la
continua sensazione di avere qualcosa addosso.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Alle volte, in piena notte, rimanevo pietrificato a
guardare una minuscola cimice pungermi e gonfiarsi velocemente di sangue, poi
fare qualche centimetro e pungermi ancora.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Nonostante tutte le mie accortezze per debellare
l'infestazione, le cimici continuavano a tornare imperterrite ogni notte. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Capii che non avrei potuto resistere a lungo, e chiamai la
ditta per fare la disinfestazione: arrivarono al mattino presto, con le tute e
tutta l'attrezzatura.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><br />
Preparai una piccola borsa di vestiti ed uscii, senza sapere dove avrei dormito
quella notte.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Chiesi al responsabile del magazzino se potevo dormire
nella garitta, ma non mi diede il permesso, perciò passai la prima notte in un
hotel economico nei pressi di Viale Certosa. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Entrai nella stanza singola, sollevai il lenzuolo per
accertarmi che il materasso non avesse le cimici, e crollai nel sonno più
riposante delle ultime settimane.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Il mattino seguente esaminai la mia pelle come al solito e
feci una lunga doccia calda, mi sentii di nuovo bene. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><br />
Sulla 91 incontrai la ragazza, e le raccontai di come si erano messe le cose, e
dell'inevitabile decisione di spendere tutti i miei soldi per risolvere il
problema. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Lei rise, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">- quale
pazzoide passerebbe settimane a dormire in una casa infestata dalle cimici?</i>
mi disse. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Le spiegai che non avevo alternative, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">- a Milano non conosco nessuno, e non potevo assolutamente lasciare il
lavoro in magazzino.<o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Concordammo di incontrarci dopo il lavoro per bere qualcosa
insieme; non avevo alcuna attrazione nei suoi confronti, ma avevo un disperato
bisogno di avere delle relazioni umane.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- Sai? Ho pensato
che fossi un po' strano all'inizio. Però la nostra breve chiacchierata
mattutina mi fa stare bene, e mi dispiace quando non ti incrocio.<o:p></o:p></span></i></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Passai le notti successive da lei, aveva una piccola stanza
in più con un letto singolo. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Facendo gli stessi orari, facevamo colazione insieme. Le
dissi che non c'era bisogno di prepararmi il caffè, che non volevo essere di
impiccio, ma lei rispose - <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tanto lo
faccio già per me, cosa mi costa?</i> <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Non avevo mai avuto una colazione così sontuosa in vita
mia, c'erano biscotti, merendine, cereali, succo di frutta, pane tostato con la
marmellata, <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Mi prendeva la stessa frenesia che viene davanti al buffet
dell'hotel: mangiavo molto di più di quanto facessi normalmente. Lei mi
osservava con gratitudine, ma prendeva solo poche cose, spalmava un po' di
marmellata su una fetta biscottata e poco più.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Poi uscivamo e prendevamo l'autobus insieme.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Alla sera facevamo il tragitto inverso ed andavamo a casa,
dopo una breve sosta al supermercato per prendere qualcosa. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Lei era molto attenta a quello che acquistava e mangiava, e
si vedeva che doveva impegnarsi per non sgarrare. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- Sai, devo stare
molto attenta. Mi basta mettere un piede dove non si tocca ed in un attimo mi
trovo ad annaspare sul fondo per tornare a galla. <o:p></o:p></span></i></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- Posso
immaginarlo,</span></i><span style="color: black;"> dissi, ma non era vero. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- Mi fa bene
comunque avere qualcuno insieme a me, quando si è da soli è più facile ricadere
nelle cattive abitudini. <o:p></o:p></span></i></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Guardavamo molti film. Dopo il supermercato passavamo in
videoteca e ne prendevamo anche quattro alla volta. Aveva una tessera della
videoteca, ed il commesso aveva l'aria di conoscerla abbastanza bene. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Lasciavo scegliere a lei e fingevo un po' di partecipazione
nella scelta dei titoli, che era sempre piuttosto lunga. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Per la maggior parte trovavo quei film piuttosto noiosi e
mi capitava di addormentarmi a metà; il mio corpo sembrava voler recuperare le
ore di sonno perdute a causa delle cimici.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Sul divano stavamo ai due lati, senza alcun contatto
fisico; ma una sera lei invase il mio spazio e si appoggiò alla mia spalla.
Rimasi immobile, non la abbracciai, né le trasmisi alcun segnale di trarre
piacere da quel momento di intimità. Dopo qualche minuto lei sospirò e tornò a
sedersi dalla sua parte, mi disse: - <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ti
dispiace se lo finiamo domani? Mi è venuto davvero un gran sonno. <o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black;">- Nessun problema
figurati, buonanotte</span></i><span style="color: black;">. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Filai nella cameretta senza troppi discorsi.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Il titolare della ditta mi chiamò sul cellulare alle sei di
sera del nono giorno di disinfestazione<i style="mso-bidi-font-style: normal;">.
- Abbiamo fatto tutto, le abbiamo trovate dietro ai componibili della cucina,
dietro ai battiscopa, ma in un paio di giorni può rientrare a casa.<o:p></o:p></i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">La ragazza mi disse che potevo restare ancora qualche
giorno, ma non me la sentii di abusare ulteriormente della sua ospitalità
disinteressata che non potevo ripagare in alcun modo. Tornammo così alla nostra
routine mattutina della 91. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="color: black;">Dopo un anno il mio contratto da magazziniere non venne
rinnovato, e lasciai la casa in viale Monte Ceneri e Milano. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Una delle ultime notti ripensai a mio padre. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Avevo otto anni, ed eravamo andati tutti insieme a fare una
settimana al mare a Lignano Sabbiadoro, una delle pochissime vacanze in
famiglia. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Di giorno i miei prendevano il sole, ed io avevo una bella
quantità di gettoni per giocare a Cabal. Quando li finivo, mi mettevo a fianco
a quelli che giocavano per guardare e studiare i livelli.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">La pensione era infima, la prima notte vidi uno scarafaggio
che camminava sul muro e urlai.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Mio padre lo uccise, girò un po' per la stanza, e poi
piazzò un asciugamani bagnato sulla fessura inferiore della porta. </span>E poi non ne vidi più neanche uno. </div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">.</span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><br /></span></div>
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-59492262690941750292014-11-09T00:28:00.003+01:002014-11-09T00:35:06.811+01:00Le telecamere delle banche<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Quando Davide uscì dall'ufficio erano le otto passate, il portiere aveva già iniziato il suo giro per spegnere le luci. Il viale bagnato di pioggia era ancora pieno di macchine, pendolari della circolare in coda per tornare a casa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
La notizia dell'incidente gli era arrivata nel pomeriggio scorrendo la cronaca locale su internet in una delle rare pause che si concedeva. Un bambino era stato investito mentre attraversava la strada in bicicletta, e l'autista non si era fermato per soccorrerlo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Camminò fino al punto in cui era successo, a poche decine di metri dal suo portone.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si fermò sul marciapiede e riuscì a scorgere la chiazza scura del sangue sull'asfalto, contornato da un cerchio bianco disegnato da qualche poliziotto.<br />
Poco indietro altri segni, e pezzi di fanale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Più tardi a cena ne parlò con Susanna, "come avrà fatto quello lì a scappare in pieno giorno senza che nessuno prendesse la targa?".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Il giorno dopo, uscendo, guardò di nuovo i bambini giocare nel parchetto come se niente fosse.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quei bambini crescevano con lo stesso fatalismo dei loro genitori in una giungla di palazzi vecchi e strade sporche.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il cinese gli appoggiò un caffé davanti, e Davide si allungò a prendere lo zucchero, ripensandoci subito. Lo zucchero era nell'elenco dei divieti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un tizio alle macchinette metteva dentro meccanicamente una moneta dopo l'altra, il pacchetto di marlboro appoggiato sopra. "che cazzo di gente", pensò, pentendosi subito di averlo fatto, "è questo posto di merda che rende tutti intolleranti".</div>
<div style="text-align: justify;">
"Sai, esci di casa, e quando torni la trovi occupata e non riesci più ad entrare, e arrivederci e grazie".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Durante lo staff meeting del mattino vennero distribuiti i progetti per il trimestre successivo.<br />
A Davide venne assegnato il più importante, la gara per la costruzione dell'impianto di rigassificazione. Poteva essere un'ottima opportunità per ottenere un aumento, anche se gli sarebbe costato un bel surplus di ore lavorative. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tornato alla scrivania con il plico sotto braccio, aprì il sito delle notizie e cliccò la cronaca locale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si parlava dei ritardi della nuova linea della metro, del rischio di esondazioni per le piogge in arrivo, un noto attore aveva pestato la moglie. </div>
<div style="text-align: justify;">
Uno di quegli attori delle fiction che piacciono tanto alla madre di Susanna.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche sua nonna guardava quella roba, anche se non si chiamava ancora fiction. Il nonno usciva a fare una passeggiata, faceva il giro del quartiere fino al curvone e tornava indietro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Davide si mise al lavoro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Iniziava sempre leggendo il briefing del progetto, ed annotava su un blocco i requisiti per partecipare alla gara. Li avrebbe spuntati uno alla volta nelle settimane successive.</div>
<div style="text-align: justify;">
"Davide, mi raccomando vogliamo il massimo, la casa madre punta tantissimo su questo progetto".</div>
<div style="text-align: justify;">
Il collega aveva piazzato sulla scrivania una specie di mini campo da golf da giocare con le matite, ogni tanto raccontava le sue scopate con la moglie.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Susanna, a cena, aveva risposto distrattamente, "di solito poi li beccano con le telecamere delle banche".</div>
<div style="text-align: justify;">
.</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-77076135489872951942013-01-12T03:02:00.004+01:002013-01-12T14:47:04.703+01:00I nove passi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
[passo 1]</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La mia prima volta agli alcolisti anonimi fu meno di un anno fa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Venivo da un periodo abbastanza sobrio, finita l'estate, e mi sembrava di avere quasi tutto sotto controllo. Certo continuavo a soffrire di una terribile depressione e certi giorni un'orribile malinconia mi assaliva sin dal mattino, insieme alla sensazione di non avere neanche la forza di alzarmi dal letto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi facevano male le ossa, e l'idea di affrontare un'altra giornata mi metteva voglia di levarmi di mezzo, di bermi mezza bottiglia di ammoniaca.</div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque tenevo botta, in un negozio di cinesi comprai il mio primo lettore di musica portatile, con delle cuffie bellissime che isolavano completamente dall'ambiente circostante. </div>
<div style="text-align: justify;">
Al mattino, stivato nel 37 barrato, mi ascoltavo Schubert, specchiandomi nei volti tristi come il mio e le barbe incolte come la mia, e le camicie mal stirate come la mia.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ho incontrato Irene , mi disse mia madre a telefono una sera. - Era raggiante, mi ha detto che in primavera si sposa, di dirlo anche a te, di salutarti tanto.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Sono contento mamma, grazie, ciao, stai bene saluta tutti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ripresi lì, con una delle mie sbronze da ko, quelle in meno di mezz'ora.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La vigilia di natale tornai a casa dal lavoro dopo pranzo, e Pedro non ce la faceva proprio più. </div>
<div style="text-align: justify;">
Continuava a cagarsi addosso ed a vomitare, non beveva più, non mangiava più, camminava a stento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ero preparato a quel momento, cercai di rimanere lucido, fuori nevicava.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ora ci facciamo un bagnetto amico, ci rimettiamo un po' in sesto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Così, bello profumato, col pelo nero lucido, lo presi in braccio ed era diventato così leggero, potevo sentire le sue ossa. Per proteggerlo dal freddo lo avvolsi in una coperta marrone come quella volta che da piccolino si era ferito coi vetri e mi aveva riempito di sangue i sedili della Renault 19.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Sei bello amico mio, sei sempre bello.</div>
<div style="text-align: justify;">
Entrammo dal veterinario insieme, ed uscii da solo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Febbraio era mite, ed il giorno della prima seduta zoppicavo vistosamente. Due giorni prima uscito da un bar sbronzo marcio ero caduto in un fosso in bicicletta. Una cosa comica a pensarci, ero lì a pancia in su, sommerso dal fango, con il cervello fulminato dal dolore che piangevo di rabbia e ridevo come un pazzo.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'assistente sociale era molto gentile, Silvia, un'età non definibile tra i quaranta ed i sessanta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non mi chiese assolutamente niente.</div>
<div style="text-align: justify;">
- A volte chi viene qui non è perfettamente conscio della sua situazione, è cosciente di avere problemi ma non si ritiene un alcolista. Ha tentato invano di smettere di bere, ma non ha necessariamente toccato il fondo.Il percorso è lungo ed è fatto di piccoli passi, il primo è quello di riconoscere di non avere il controllo della propria vita. Inizia col porti un obiettivo piccolo, prova a rimandare di ventriquattr'ore il prossimo bicchiere.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Più facile a dirsi che a farsi. Uscito sul piazzale in periferia avevo una voglia matta di correre a casa e scolarmi una bottiglia.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
A fianco al centro c'è un campo da calcio, ed alcuni ragazzi stavano facendo una partitella. Anche io avrei voluto giocare, ma non c'era mai tempo, lavoravo, mi ubriacavo, dormivo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Li guardai per un po', con i gomiti appoggiati al muretto esterno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi sembrava un sogno, come avevo fatto a ridurmi così.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi iniziai le sedute di gruppo.</div>
<div style="text-align: justify;">
C'era un sacco di gente come me, uomini in giacca e cravatta, padri di famiglia, divorziati, donne sole. </div>
<div style="text-align: justify;">
Gente perbene. Questa è una malattia per gente perbene.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le sedute sono proprio come si vede nei film americani, si parla a turno ed ognuno racconta la propria storia. Ascoltai decine di aneddoti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una volta un tizio disse: "ho smesso di bere, però il difficile è continuare a non bere".</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando parlavo io, qualcuno rideva anche, perché io sono bravo a raccontare le storie, anche se hanno un sapore triste. Mi faceva stare bene quando la gente sorrideva ai miei aneddoti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Silvia era molto contenta del mio percorso, ed alle volte durante la settimana mi telefonava per sentire come stavo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Continuavo a bere tanto, però avevo la sensazione di...</div>
<div style="text-align: justify;">
.</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-34930236218017311602012-10-04T23:55:00.001+02:002012-10-05T00:18:04.874+02:00Allora cos'é l'amore<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
- sai ma', avrò avuto undici dodici anni e mi ricordo di aver avuto la sensazione che tu volessi andartene via.<br />
Lei mi guarda, ed il muro della sua perenne severità crolla, dopo tanti anni.<br />
Continuo - l'ho sempre saputo che non ce la facevi più, ma che restavi per tenerci uniti. Non dicevo niente perché facendo finta di niente tutto andava avanti uguale e voi eravate sempre lì. Sono cresciuta sapendo che non sei stata felice per la maggior parte della tua vita.<br />
Osserviamo in silenzio Alberto che ci sorride, e mentre gli metto il borotalco gli si rizza il pisello e ci viene da ridere. - è proprio un ometto.<br />
Io e Paolo abbiamo deciso di avere una bambina. Dovremo mettere la X sul sesso stavolta.<br />
Con questo tipo di inseminazione artificiale vengono fuori principalmente maschi.<br />
- poi papà aveva avuto il cancro e tu ti sei dedicata a lui tutto il tempo.<br />
Andavamo avanti e indietro dall'ospedale per la chemioterapia.<br />
Io credevo che la chemioterapia fosse una cosa complicatissima, fatta con macchinari sofisticati e pericolosi. Invece si trattava solo di flebo, decine di flebo. Lui usciva e stava benissimo, come se gli avessero iniettato il siero della vita eterna, invece dentro moriva.<br />
- Voleva andare a caccia, ti ricordi ma'?<br />
Mettiamo Alberto nella culla e ci sediamo sugli sgabelli in cucina.<br />
E' tutto nuovo, la casa è nuova. Paolo ha ottenuto un posto da dirigente e quasi immediatamente grazie ai mutui agevolati per i dipendenti della Banca abbiamo comprato questo appartamento di centocinquanta metri quadri su due piani. E' troppo grande per noi, ci sono angoli bui in cui nessuno metterà mai piede.<br />
Faccio mezzo bicchiere d'acqua a mo' di posacenere e dal primo cassetto tiro fuori il pacchetto mezzo pieno di Diana light. E' il nostro piccolo peccato da casalinghe disperate, la sigaretta della sera.<br />
Lei è arrabbiata con me perché ha scoperto di Luca.<br />
Ma io sono una buona madre e una buona moglie e diavolo questo è il prezzo che paghiamo, come si fa ad essere fedeli per una vita intera. Luca ha ventitre anni e non sa niente della vita, scopiamo e poi lo carezzo affettuosamente.<br />
Voglio bene a Paolo, e gli sono grata di quello che fa per noi. Adoro aspettarlo la sera, scherzare con lui. Amo il nostro vocabolario familiare. Se questo non è amore allora cos'é l'amore.<br />
- Dovresti darci un taglio, dice lei.<br />
- Non sono affari tuoi.<br />
- Sono sempre tua madre.<br />
Sarà sempre mia madre. Come papà sarà sempre mio padre.<br />
Ricordo l'immagine della porta del cimitero, un grande muro, alto, circondato di sterpaglie bruciate dal sole. La porta gotica con la grande croce al centro, le due piccole finestre sbarrate simmetriche, l'aria immobile nel pomeriggio di Agosto. Ci sono tombe singole e tombe in gruppo, nessuna aveva la terra smossa davanti.<br />
Alcune avevano edera sulla pietra, altre foto in bianco e nero.<br />
Papà quel giorno aveva solo calce intorno ad una lastra non incisa, in alto, sopra altre persone morte.<br />
.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-15321253156879332112012-10-03T02:02:00.003+02:002012-10-03T02:04:28.941+02:00Periferia nord<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Sono andato a trovare mio zio, ho dormito lì, ed al mattino alle cinque sono ripartito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando la strada è diventata insopportabilmente dritta, dopo un'ora circa, ho dovuto alzare il volume della radio per tenermi sveglio. Dopo un blackout del quale non conosco la durata, il rumore sordo dello specchietto che esplode e lo stridore della lamiera mi riportano ad una coscienza piena, terrificante. Il fianco destro della mia automobile sta rumorosamente aderendo con la parete di una galleria ad una velocità di centotrenta chilometri orari.</div>
<div style="text-align: justify;">
D'istinto cerco di rimettere la vettura in carreggiata, ma perdo il controllo ed inizio a girare. Non urlo, mi adopero per sopravvivere, aggrappandomi disperatamente allo sterzo ed ai freni, cercando di arrestare questa bomba impazzita che un tempo era la mia macchina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Improvvisamente sono fermo, immobile, vivo, con stereo e motore acceso: a meno di un centinaio di metri un autotreno si dirige verso di me a tutta velocità sbandando vistosamente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sono in mezzo alla carreggiata girato contromano. -ecco è finita, penso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il cuore pompa all'impazzata, un'inaspettata prontezza di riflessi mi fa pestare il piede sull'acceleratore, sgommo via letteralmente proprio all'ultimo, come in quei film americani in cui il protagonista rimane bloccato sulle rotaie mentre arriva un treno.</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo qualche minuto di risate isteriche riesco a fermarmi in una piazzola.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Scendo, respiro, quasi vomito. Ripenso al ponte subito fuori dalla galleria, al guardrail sfondato, al trafiletto di qualche inserto provinciale "trentenne precipita da ottanta metri", -stocazzo! penso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Giro intorno alla macchina, un disastro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Qualche giorno dopo il tipo dell'officina mi comunica freddamente -ti costa di più metterla a posto che comprarla nuova. </div>
<div style="text-align: justify;">
Perdita totale costruttiva la chiamano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ad Ottobre riconsegno le chiavi dell'ennesimo appartamento, in attesa del trasferimento definitivo ad una filiale minore, che, finalmente, ho ottenuto dopo anni di stress metropolitano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le ultime notti nello spazio semivuoto sono dolorose, dominate dal senso di incompiutezza e di mancanza di legame profondo con qualunque luogo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Con profonda gratitudine accetto la sistemazione provvisoria in periferia a casa di un collega, che mi cede volentieri il suo divano. Lui ha quarantadue anni, e vive perennemente braccato dagli avvocati della moglie, per questioni di alimenti non pagati.</div>
<div style="text-align: justify;">
In questa cavolo di città è tutto a termine.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Gioco forza mi ritrovo a fare il pendolare in treno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il metropolitano è sempre sovraccarico, ma in pochi giorni riesco a riconoscere i volti delle persone con le quali quotidianamente condivido il viaggio.</div>
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Mi affascina una signora che poggia sempre un fazzoletto sul sedile prima di accomodarsi.</div>
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E' una donna ben vestita, sui cinquanta, con il volto magro poco truccato, ed i capelli scuri raccolti.</div>
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Indossa sempre abiti da lavoro eleganti, ha gambe da ragazza e caviglie sottili. </div>
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Alle volte mi ritrovo anche a fare fantasie su di lei.</div>
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Sul treno serale invece incontro sempre un tipo simpatico, che come me si occupa di controllo di gestione.</div>
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Di più, direi che è un maniaco del controllo di gestione: ha una collezione di file excell sul suo portatile talmente strutturati da farmi quasi paura.</div>
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Giacomo, così si chiama, ha appena comprato un appartamento con la fidanzata, che è incinta.</div>
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La palazzina è di nuova costruzione, e parte del complesso non è ancora finita.</div>
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- dovresti fare un salto a dare un'occhiata, ci sono ottime occasioni. Mi dice.</div>
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Anche se sono in procinto di trasferirmi, una sera dopo il lavoro vado con lui a vedere le costruzioni. Riesco a dissimulare il mio orrore, manifestando persino un interesse per un possibile acquisto, memorizzando sul cellulare il numero del costruttore scritto a grandi cifre su un cartellone.</div>
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- proverò a sentire cosa hanno per me dai</div>
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- magari! sarebbe bello avere qualcuno di conosciuto nei paraggi, sai per una birra, per sfuggire ogni tanto dalla signora! Sai cosa intendo no. E mi fa l'occhiolino.</div>
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Mi incammino verso il mio "divano" attraverso un'umida nebbiolina che scende.</div>
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Al diavolo, penso. Forse ha ragione lui. Cerca di mettere radici, anche se in un posto di merda. Ama quello che fa. (si cazzo il controllo di gestione!) Questo mio snobismo stronzo da perenne straniero non mi fa bene.</div>
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Citofono all'interno del mio collega, e mi rammarico riguardo la sega che non potrò tirarmi pensando alle caviglie della cinquantenne sul treno.</div>
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Qualche settimana dopo, l'ufficio del personale mi convoca per formalizzare il mio trasferimento a decorrere dal lunedì successivo. La prospettiva del cambiamento mi entusiasma, e torno alla mia scrivania con un sorriso ebete stampato sulla faccia. Faccio pollice su alla collega che risponde con una smorfia.</div>
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Quella sera porto a cena fuori il mio ospite divorziato. Pago io, per sdebitarmi dell'ospitalità e perché lui è perennemente nelle canne.</div>
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- Beato te che te ne vai, hai fatto la cosa giusta.</div>
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- Non so mica, le prospettive di carriera lì sono minime, ma almeno mi levo da questo inferno di periferia nord.</div>
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- Ti sembrerà una stronzata, ma nelle giornate di sole senza questa nebbia di merda, questo posto fa ancora più schifo, eppure nel profondo lo amo.</div>
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- Sarà, dico io.</div>
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Mentre lui guida verso casa mi chiama mia zia sul cellulare; da quando ho distrutto la macchina non sono più riuscito ad andare da loro.</div>
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- Dicono che non lo operano, che l'aorta potrebbe esplodere da un momento all'altro, che l'operazione è troppo pericolosa per uno nelle sue condizioni. </div>
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- Mi spiace zia.</div>
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- Non resta che aspettare ora.</div>
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- Aggiornami, salutamelo, appena posso vengo lì.</div>
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Guardo la strada, ed il mio collega che smanetta con l'autoradio.</div>
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Perdita totale costruttiva, penso.</div>
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-5746106356687024422012-09-06T01:09:00.002+02:002012-09-06T09:58:39.035+02:00Due convenevoli e via<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Eravamo io e Lorena, io guidavo ed ero triste, lei dormiva con la testa appoggiata al finestrino.<br />
<br />
Avevo conosciuto Lorena quattordici mesi prima grazie ad un mio amico fotografo, specializzato in ritratti. Una sera ero a casa sua ad ascoltare qualche disco -aveva una bella confezione di vinili-.<br />
-ti faccio vedere qualche foto, mi dice, e raccoglie un paio di quaderni da una vecchia scrivania in legno, una di quelle con tanti piccoli cassetti.<br />
Erano belle foto, un susseguirsi di persone intente a fare altro, nessuna di loro guardava direttamente l'obiettivo. -sei bravo, gli dico. -riesci a cogliere le espressioni spontanee. -già, è difficile, perché la gente quando sa di essere fotografata assume quasi sempre un'espressione innaturale.<br />
Poi, scorrendo le foto un po' troppo velocemente, un'immagine mi colpisce e mi fermo ad osservarla, mentre dallo stereo riconosco nitidamente l'attacco strumentale di Long as i can see the light, attraverso il quale si fa spazio la voce potente di John Fogerty.<br />
Davanti ai miei occhi c'é una ragazza, seduta in un giardino, con rampicanti alle spalle. Fuma distrattamente una sigaretta e sul tavolo c'é un dolce alle fragole che ha lasciato a metà.<br />
Ha un volto particolare, un neo sulla guancia sinistra, il naso carino e un po' a punta. Ha due giganteschi occhi azzurri ed una chioma spettinata di capelli rossi. E' un po' in carne, ed ha un bellissimo seno prosperoso che si intuisce solamente attraverso una maglietta scura con le maniche corte e trasparenti, che contrasta con il chiarore della sua pelle. La foto ha così tanti colori e lei sembra così intensamente bella e particolare, da lasciarmi senza parole. -chi è questa ragazza? chiedo. E' bellissima. E la foto è bellissima. -Puoi tenerla, mi fa piacere. Lei si chiama Lorena, ed è una fotografa niente male. -abita qui? -attualmente si, ma passa lunghi periodi a Berlino, dove credo abbia un fidanzato o qualcosa del genere.<br />
- Lorena eh? Cavolo, è stupenda. Ripeto, come in trance.<br />
<br />
Qualche sera dopo lui fece in modo di farci incontrare, per una cenetta a casa sua. Parlammo parecchio a tavola, e passeggiando verso casa. Credo di essermene innamorato immediatamente come un adolescente. Dopo pochi giorni stavamo praticamente insieme, e lei non menzionò mai alcun fidanzato berlinese.<br />
Nei pomeriggi liberi la accompagnavo in giro per la città a cercare scorci da fotografare, adorava immortalare le strade di periferia ed i vagoni graffitati, e raccontare dei posti in cui era stata e le persone che aveva conosciuto. Io non avevo girato molto, quindi stavo essenzialmente ad ascoltare.<br />
Lorena è certamente la donna più luminosa che abbia mai incontrato in vita mia, nonostante le foto che scattava fossero così tetre. Forse in quel modo scaricava il suo lato oscuro.<br />
<br />
A quel tempo vivevamo nel mio appartamentino vicino al mercato ortofrutticolo. Tappezzavamo la casa di foto nostre, in cui lei faceva sempre boccacce da bambina scema, mentre io provavo a fare la faccia seria.<br />
Una domenica vennero a pranzo da noi due nostri amici, Alex e sua moglie Claudia. Io e Alex avevamo frequentato la facoltà di medicina insieme, ma lui era diventato un buon chirurgo, ed aveva trascorso anche un periodo in un ospedale da campo in Africa. Tornato qui si era piazzato bene, ed aveva sposato Claudia, più giovane di lui di qualche anno. Lei studiava lingue all'università, parecchio fuori corso. Una tipa un po' radical chic, ma abbastanza simpatica a piccole dosi.<br />
- Ti ricordi quando dovevamo andare in Francia per praticare con cadaveri veri? dice lui.<br />
- Dai che metto in tavola, non iniziare con le storie dei tuoi tagliuzzamenti di corpi umani, ribatto io sorridendo mentre verso a tutti un bicchiere di vino.<br />
- E voi due? fa Claudia. Siete in pieno idillio eh?<br />
Lorena mi stringe il polso e risponde -guardaci!<br />
- Pensate di sposarvi anche voi? Siete una bellissima coppia. Poi tu caro mio inizi ad avere una certa stempiatura, dovresti pensare di mettere la testa a posto. Non fartela scappare!<br />
Porto in tavola la pentola di pasta e faccio porzioni abbondanti.<br />
- Tu ti ricorderai, prima di andare in Africa stavo con quella tipa anoressica. Si sarebbe fatta un piattone come questo e poi sarebbe corsa in bagno. All'inizio non mi ero assolutamente accorto che fosse anoressica, era bravissima a mascherarsi. Era un po' strana, certo, ma non potevo immaginare. E si che sono medico.<br />
- Mi ricordo, Giulia. Era carina, ma strana forte. Però c'eri andato parecchio sotto con lei.<br />
- Già, avevo perso la testa per lei. Vi racconto questa, del modo strano in cui l'ho scoperta. Non ve l'ho mai raccontato. Per il suo compleanno eravamo usciti a cena in un ristorantino niente male, anche abbastanza costoso. Dopo aver finito il secondo lei si alza e va in bagno, io resto lì a finire il vino. Ad un certo punto le squilla il cellulare nella borsa, ed allora io allungo la mano per prenderlo. Infilo la mano nella borsa appoggiata alla sua sedia e frugo dentro senza guardare. Sotto le dita sento una materia dalla consistenza molle e umida. Cerco di capire, e scopro che la borsa era piena di fazzoletti di carta pieni di cibo masticato e sputato. Parecchi. Non vi dico, mi si gela il sangue. Ma immediatamente capisco la fissazione di avere sempre con sé i fazzoletti di carta, l'appetito vorace, l'odore vagamente acido del suo alito in certe occasioni. Masticava il cibo, ed abilmente lo sputava nei fazzoletti. E poi andava a completare l'opera in bagno. Sono terribilmente scosso, ma quando torna a tavola cerco di far finta di niente. Era stato come infilare la testa nell'oscurità dell'anima di una persona.<br />
Verso altro vino, Lorena e Claudia ascoltano con attenzione. Lorena mi stringe di nuovo il polso ed io inconsciamente mi avvicino a lei, per annullare ogni distanza tra noi.<br />
- Da quel momento in poi le cose sono andate a rotoli. Tentavo in ogni modo di ostacolare i suoi comportamenti senza dirle mai che sapevo, e questo era causa di orribili litigi e giorni neri. Io ero innamorato di lei, ma questo mostro era troppo grande per entrambi. Quando ebbi l'opportunità di partire, presi la decisione più vigliacca e andai via. Ma non passa giorno -e Claudia lo sa- senza che io senta il senso di colpa per questo. Ho abbandonato a se stessa la donna che amavo, per vigliaccheria.<br />
- E lei ora come sta? L'hai più vista? Domanda Lorena, un po' scossa.<br />
- Non so come stia, non so più niente di lei. Quando ci incontriamo scambiamo giusto due convenevoli e via. Ora è tutta un'altra vita, sono felice e sereno, ed innamorato di mia moglie.<br />
Guarda Claudia, le fa l'occhiolino, e lei gli risponde con un sorriso tirato.<br />
<br />
Più tardi, rimasti soli, io e Lorena siamo usciti sul terrazzo a fumare.<br />
Il pomeriggio era stato piacevole, ma la storia di Alex ci aveva reso un po' pensierosi.<br />
Faceva buio abbastanza presto, ed alle quattro del pomeriggio la luce era già fioca. Il mercato ortofrutticolo era chiuso, e l'isolato al tramonto appariva come disabitato. Solo qualche gatto esplorava le pattumiere piene di avanzi dei pranzi domenicali.<br />
Il freddo era pungente, e strinsi a me Lorena -Si può dire di amare tanto una persona e poi abbandonarla così, per paura? Mi chiede.<br />
Non rispondo, perché avrei dovuto rispondere una banalità. Ma dentro di me pensavo che si, è possibile amare profondamente qualcuno, ed abbandonarlo. Tutto può accadere in fondo, anche questo. Di amare e perdere, di non saper definire l'amore, di pentirsi delle scelte.<br />
- Ti amo io, lo sai? Le sussurro, stringendola.<br />
<br />
Qualche tempo dopo Lorena vinse quel premio fotografico, e la borsa di studio per il master a Berlino. Proprio a Berlino, pensavo con ansia. Mi ritornò in mente quel fantomatico fidanzato, evocato guardando per la prima volta il suo volto dolce, la torta di fragole lasciata a metà, e i rampicanti.<br />
L'accompagnai in macchina, partimmo di notte. Al confine lei dormiva serenamente, con la testa appoggiata al finestrino, ed io rimuginavo. Misi su Long as I can see the light, la canzone più adatta a quel momento.<br />
E mentre John Fogerty preparava la borsa per il lungo viaggio, io pensavo che avrei perso Lorena proprio quel giorno, che non avremmo sopportato la distanza. Che avrei amato di nuovo, e che lei avrebbe amato di nuovo. Amare è una cosa semplicissima, una questione di convinzione, di mettere via un'altra scatola da scarpe stivata di scontrini, biglietti d'auguri, e fotografie.<br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-82516455801155528472012-09-04T22:52:00.001+02:002012-09-05T14:32:47.526+02:00I visitatori fuori, per favore<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
L'estate era quasi finita, e noi non ce la passavamo per niente bene.<br />
Trascorrevo i miei pomeriggi liberi in ospedale a far compagnia a mio fratello. Lui per la maggior parte del tempo dormiva, e quando era sveglio era perennemente appannato dai medicinali.<br />
Leggevo distrattamente riviste, appollaiato su una di quelle vecchie sedie da scuola, abituato all'odore sgradevole di disinfettante e corpi umani mal lavati. Il vecchio con cui mio fratello condivideva la stanza tossiva in continuazione, ma non sembrava stare particolarmente male. Spesso se ne andava in giro per i reparti, chiacchierando di calcio con gli infermieri. Chissà cosa aveva e da quanto tempo era lì, con me non parlava.<br />
Ogni sera mia cognata faceva capolino nella stanza, lo sguardo stanco. Parlavamo del più e del meno, e degli aggiornamenti generici del medico. "Risponde bene alla terapia".<br />
I medici e gli infermieri non sono esseri umani.<br />
Raramente ho visto le due figlie. Quando chiedevo di loro a Rebecca, più per parlare di qualcosa che per un vero interesse, erano a nuoto, a ginnastica ritmica, agli scout.<br />
Forse era meglio così, evitare loro di assistere al lento disgregarsi del padre.<br />
Ogni tanto lui apriva gli occhi e chiacchierava un po'.<br />
Aveva ancora lo sguardo intenso e la sagacia di un tempo. Il fratello bello, in gamba, vincente.<br />
Il fatto che io potessi entrare ed uscire a piacimento da quella stanza, non mi rendeva migliore di lui.<br />
<br />
In quel periodo stavo cercando a fatica di smettere di bere.<br />
Bere è la cosa più bella e facile del mondo quando sei depresso. Il vino è sugli scaffali dei supermercati, non servono buchi in vena o incontrare gente poco raccomandabile in vicoli bui.<br />
La condizione dell'alcolizzato è strana, mantenendo un certo rigore è assolutamente possibile conservare una parvenza di normalità. La regola aurea è bere al mattino solamente lo stretto necessario per tirare avanti fino a pranzo, uno due bicchierini di qualcosa di forte, e mangiare un uovo sodo. Due pinte di birra massimo a pranzo, tre il venerdì, ubriacarsi a lavoro non va bene. Più o meno intorno alle sei, quando iniziano a tremare le mani, e si è aggrediti dal panico, uscire di corsa e sbronzarsi. Dormire.<br />
Avevo deciso di darci un taglio perché il mio fegato sembrava dover esplodere da un momento all'altro. Sentivo un dolore tale da piegarmi in due, pentendomi di essere vivo. Persino pisciare era diventato terribilmente doloroso.<br />
Sapevo perfettamente come vanno queste cose. Sapevo che tutti gli alcolizzati provano a smettere di bere ciclicamente, si prendono una sonora ultima sbronza, fanno un paio di giorni puliti in preda all'entusiasmo, e poi si attaccano alla bottiglia. Più o meno facevo così anche io, ma almeno ero riuscito a limitare le ubriacature da ko. Le mie ubriacature da ko erano tremende, mi chiudevo in casa e bevevo fino allo svenimento, in circa mezz'ora.<br />
Il fatto di limitarle era già qualcosa.<br />
<br />
Quell'anno avevo finalmente un lavoro e una casa.<br />
Un mio vecchio compagno di classe, e recente compagno di bevute, mi aveva trovato un posto alle Ferrovie Est, di cui era un funzionario.<br />
Le Ferrovie Est sono una società privata che gestisce un centinaio di chilometri di rotaie tra la città e l'hinterland, servendo principalmente la moltitudine di pendolari che dai paesi dormitorio si muovono quotidianamente verso il centro finanziario e ritorno.<br />
Ero stato assunto come addetto alla composizione dei treni. In sostanza facevo parte di una squadra che fisicamente assemblava i convogli sui binari morti. Il materiale rotabile delle Ferrovie Est mi affascinava, vecchi vagoni dismessi delle ferrovie nazionali, riverniciati di verde e bianco, e risistemati alla buona all'interno.<br />
Il lavoro era poco impegnativo e ben pagato. Si trascorreva la maggior parte del tempo nella garitta degli operatori a guardare la tv e a bere.<br />
Il mio vecchio amico inoltre mi aveva trovato un piccolo appartamento vicino alla stazione.<br />
Si trattava di un monolocale in una vecchia palazzina di ringhiera, molto carino, con il caminetto. La casa era sua, ma me l'affittava a prezzo politico, con il tacito accordo di cederglielo ogni qual volta ne avesse avuto bisogno per scopare, in media una, due volte la settimana.<br />
Lui era sposato ma aveva spesso avventure con giovani donne, forse a pagamento, non so. Mi chiamava con un po' di anticipo, io sistemavo il letto, toglievo le cicche di sigaretta e le bottiglie vuote, e me ne andavo in qualche pub a sbriciolarmi.<br />
<br />
Non me la passavo benissimo, ma neanche così male in effetti.<br />
C'era anche questa cosa dei racconti, scrivevo e pubblicavo parecchi racconti sulle riviste. Non avevo tirato su un centesimo scrivendo, però la cosa mi dava parecchia soddisfazione. Dopo un po' di racconti pubblicati una casa editrice si era fatta avanti e mi aveva affibbiato una editor, alla quale periodicamente inviavo i miei scritti. Non l'ho mai vista di persona ma era una bravissima persona.<br />
Dolcemente tagliava, cuciva, consigliava, riscriveva, rendeva tutti i miei spigoli letterari più morbidi.<br />
Mesi prima del ricovero di mio fratello mi aveva anche procurato un invito per un seminario di scrittura creativa, al quale sono andato ed ho preso parecchi appunti. Alla fine c'era un piccolo rinfresco, durante il quale mi sono ritrovato a chiacchierare con un altro scrittore in erba come me.<br />
Mi dice con una saccenza un po' fastidiosa, "Per scrivere romanzi di successo, servono grandi idee e grandi storie, il quotidiano non funziona.". Forse aveva anche ragione, da un punto di vista hemingwaiano. In fondo è vero che Per chi suona la campana è il più grande romanzo di tutti i tempi.<br />
Ma io all'epoca ero un convinto ed umile seguace di Raymond Carver.<br />
Dopo il seminario telefonai alla mia editor per raccontarle tutto, e lei mi suggerì di buttare giù qualcosa tenendo presente gli appunti. Le dissi anche che la mia ragazza mi aveva lasciato, e lei mi consigliò di buttare giù qualcosa anche a riguardo.<br />
Era più o meno maggio.<br />
Mi aveva lasciato credo per motivi futili, non perché bevevo, il che sarebbe stato anche plausibile.<br />
C'era questo quarantenne divorziato che la corteggiava un po'.<br />
Il tizio era uno senza arte né parte che vestiva da fricchettone, con i pantaloni larghi di lino, i sandali, l'aria vacua da artistoide depresso.<br />
Lei se n'era invaghita e mi aveva mollato di punto in bianco.<br />
La cosa mi aveva fatto girare le scatole, soprattutto perché aveva avuto anche il coraggio di dirmi che lo trovava interessante.<br />
Il tipo se l'era chiavata un paio di volte e poi era sparito con scuse imbarazzanti.<br />
Lei si era rifatta viva per vederci, ma mi ero messo in testa di fargliela pagare.<br />
D'altronde non avevo neanche il problema del sesso, perché ad un certo stadio dell'alcolismo si ha pochissimo desiderio.<br />
<br />
Poi arrivò l'estate, io ero rimasto da solo, ed i dottori dopo i primi esami infausti avevano consigliato il ricovero immediato di mio fratello.<br />
Da anni non si vedeva una stagione così insopportabilmente calda.<br />
Facevo sei giorni di turno e due di riposo, e coglievo l'occasione per andare un po' al mare, in una spiaggetta non troppo affollata sotto il ponte della ferrovia. Mi facevo un bagno, e poi leggevo. Una volta però c'era anche la mia ex ad una trentina di metri con il suo nuovo fidanzato, un altro ancora. Non mi avevano visto ed io li ho spiati per un po'. Giocavano a carte sul telo da mare e si sbaciucchiavano di quando in quando. Lui era parecchio più bello di me, con un bel fisico asciutto, ed anche lei sembrava un'altra. Così da quel giorno cambiai spiaggia.<br />
Un'altra volta ero sul bagnasciuga a godermi le onde e poco lontano c'erano due coppie. Trincerato dietro al libro ascoltavo i discorsi. Non avrebbero mai ammesso che tra loro era in corso una gara a chi stava meglio. A chi faceva più figli. A chi comprava la macchina più costosa, la casa vacanze, il gommone. Mi fecero un po' pena però, perché il modo in cui aspiravano nervosamente le loro sigarette lasciava trasparire una realtà diametralmente opposta di frustrazioni quotidiane.<br />
Nel frattempo tentavo di scrivere i miei primi grandi racconti, e non le solite storie di quotidiano dolore. Avevo buttato giù un paio di epopee di guerra, una roba fantascientifica da brividi freddi, ed anche qualche polpettone d'amore. Lì per lì mi sembrarono roba discreta, ma dopo un po' di macerazione sulla scrivania, si rivelarono schifezze. Mandai un messaggio alla mia editor, dicendole "riesco a scrivere bene solo cose che conosco. Riesco a scrivere solo di ubriacature da ko. Mi sa che non ne uscirà un grande romanzo".<br />
<br />
A Luglio inoltrato iniziai a soffrire i terribili dolori al fegato, e solo la malattia di mio fratello mi faceva stare meglio. Era come se gli stessi succhiando la linfa vitale da quella sedia di merda leggendo riviste scientifiche.<br />
Dopo il lavoro andavo al supermercato cercando di stare alla larga dallo scaffale degli alcolici, e compravo essenzialmente solo pane confezionato, insalata già lavata, pomodori datterini, e cartoni d'acqua naturale.<br />
Bevevo tantissima acqua cercando disperatamente di ripulire i miei organi marci.<br />
Di tanto in tanto però uscivo la sera con qualche amico e mi ubriacavo ferocemente. -Meglio in compagnia che da solo, lo consideravo un passo avanti.<br />
Rebecca era sempre più preoccupata, ma diceva alle bambine che papà sarebbe tornato a casa, e loro si fidavano.<br />
Era troppo presto per metterle davanti alla monolitica consapevolezza della morte, che depenna a caso le persone e gli affetti uno dopo l'altro. Dovevano godere il più possibile quell'innocenza ingenua fatta di punti di riferimento immutabili, per la quale nulla di brutto può accadere, e tutto si risolve sempre per il meglio.<br />
Capivo Rebecca, ed ero tormentato dai sensi di colpa della mia condizione di egoistica impotenza.<br />
A volte fantasticavo di prendere il posto di mio fratello, di farmi carico delle bambine e di Rebecca in sua assenza.<br />
<br />
Agosto fu un monotono susseguirsi di giorni uguali, senza alcun apparente sviluppo.<br />
Il caldo sensazionale smorzava le nostre poche energie.<br />
Una notte il mio vecchio amico mi chiamò e pensai di dover liberare il campo per una serata. Invece aveva lasciato la moglie ed aveva bisogno dell'appartamento. Potevo rimanere per un po', finché non avessi trovato un'altra sistemazione. Non era facile a quel prezzo, se non parecchio in periferia.<br />
Consultavo quotidianamente gli annunci immobiliari, ed ero terrorizzato dall'idea di finire in un tugurio. Sarebbe stata la mazzata finale alle mie ambizioni di uscire dal buco nero in cui mi ero ficcato.
<br />
In casa faceva caldissimo, e ci toccava dormire insieme sul divano letto. Tenevamo il ventilatore al massimo, tentando di smuovere l'aria. Non si potevano aprire le finestre a causa dell'afa e delle zanzare.<br />
Alle volte però stare in compagnia non era male, avevamo in comune la passione per i film di guerra, ed entrambi cercavamo di stare il più possibile alla larga dalla bottiglia.<br />
Lui guadagnava bene, e faceva una spesa di livello superiore. Pesce spada, bresaola, gelati. Faceva una pasta con le sarde di prim'ordine.<br />
Passammo la sera di ferragosto a guardare La Sottile Linea Rossa, con un fantastico deumidificatore nuovo fiammante e rinfrescare la stanza.<br />
Mi sentivo un po' meglio, ma mio fratello nonostante il moderato ottimismo dei medici non usciva dall'ospedale, e giorno dopo giorno era sempre più annebbiato. Parallelamente Rebecca sembrava invecchiare innaturalmente, e non c'era più nulla in lei che ricordasse la splendida trentacinquenne di qualche mese prima.<br />
<br />
Una sera un'infermiera grassa ci chiese con scortesia di uscire dalla stanza per fare le iniezioni. Spingendo il suo carrellino, aveva detto senza alcuna emozione "i visitatori fuori per favore".<br />
Nel corridoio Rebecca mi trapassò con uno sguardo pieno di rabbia, con le vene del collo gonfie.<br />
<br />
Il trentuno Agosto, dopo tre mesi di siccità, il cielo riversò su di noi una pioggia torrenziale.<br />
Dopo qualche giorno mio fratello era morto.<br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-91162920628187822582012-07-18T23:44:00.000+02:002012-07-18T23:55:14.775+02:00Come ho giocato papà?<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div style="text-align: justify;">
E' il momento. </div>
<div style="text-align: justify;">
Appoggio la borsa sulla panca, appendo la giacca al pomello.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lentamente slaccio la camicia, sfilo i pantaloni ed i calzini.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non mi guardo allo specchio, non rifletterebbe ancora ciò che mi aspetto di vedere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Indosso i pantaloncini, la maglietta lucida, i calzettoni rossi, li fisso stretti alle gambe con il nastro e li tiro giù fino alle caviglie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi siedo, apro la cerniera inferiore del borsone ed un odore forte di grasso mi riempie le narici.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le vecchie Kaiser sono ai miei piedi, nere, lucide, aderenti come guanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Così bardato, lo specchio in tutta onestà mi restituisce l'io di un tempo, il formidabile terzino dei campi della provincia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi piego sulle ginocchia e le sento indolenzite.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Oh, se ci avesse pensato, la prima sera che fece le scale a un gradino per volta! </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Non gli venne il più lontano dubbio che quella sera fosse molto triste per lui, che su quei gradini, in quell’ora precisa, terminasse la sua giovinezza.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Faccio un paio di saltelli e sono nel corridoio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Riscopro pieno di gioia il trac-trac-trac inconfondibile e familiare degli scarpini sul pavimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi scaldo un po' con gli altri, faccio i vecchi esercizi, e gli scatti brevi, mai calciare a freddo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un tempo si entrava in campo in due file, l'arbitro in testa, i capitani, i portieri e tutti gli altri. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci si radunava al centro ed al fischio si salutava il pubblico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi volto verso le piccole gradinate deserte sperando di vedere mio padre, che era lì ogni sabato pomeriggio della stagione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io sgroppavo come una furia, e poi alla fine, quando uscivo con la borsa in spalla e i capelli bagnati lui mi aspettava fuori dallo spogliatoio, ed io sempre gli chiedevo "Come ho giocato papà?".</div>
<div style="text-align: justify;">
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</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-36383901497689678162012-06-03T01:44:00.002+02:002012-06-03T01:54:40.598+02:00Una cosa piccola, ma buona (parte prima)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Quel Venerdì pomeriggio andò in auto al centro commerciale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Aveva visto su internet che c'era un negozio specializzato in trenini, ed era proprio quello che stava cercando.</div>
<div style="text-align: justify;">
Parcheggiò la macchina nella rimessa sotterranea, fregandosene beatamente del divieto d'accesso per le macchine alimentate a GPL, ed individuò dopo un paio di giri a vuoto una macchina che usciva.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quel giorno il centro commerciale era molto affollato a causa dell'apertura di un nuovo magazzino destinato all'elettronica. Da alcune settimane circolavano per la Città volantini che pubblicizzavano l'apertura, in occasione della quale alcuni prodotti sarebbero stati venduti sottocosto.</div>
<div style="text-align: justify;">
La gente si era messa in coda davanti all'entrata parecchie ore prima dell'apertura ufficiale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Con indifferenza Daniel attraversò la piazza centrale del Centro Commerciale, fendendo una folla festante e rumorosa di umani, televisori al plasma, impianti hi fi, e forni a microonde.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il negozio di giocattoli apparteneva ad una catena in franchising, con enormi scaffali colmi di merce e commessi giovani ed indolenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
All'entrata intravide una coppia di ragazzini litigare davanti ad una consolle in prova con un solo pad. Quello più piccolo voleva giocare, ma il più grande non cedeva il comando, facendo scudo col corpo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Gli succedeva lo stesso con Sebastiano tanti anni prima.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dal momento in cui si infilava la cassetta nel Commodore, Sebastiano teneva in pugno il magnifico joystick verde, lasciando a Daniel solo il godimento di ammirare l'astuto Paper Boy o il coraggioso bombarolo Bomb Jack in azione. <i>Bei tempi quelli</i>. Pensò con tristezza. Erano passati solo pochi mesi dal funerale di Sebastiano, morto per overdose in casa dei suoi genitori a ventisei anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Individuò la sezione trenini, ce n'erano di ogni tipo. Dai favolosi modellini Lima, a quelli di plasticaccia senza arte né parte, a quelli interamente di legno. Rapito da tanta abbondanza, Daniel soppesò la perfetta imitazione di una storica locomotiva diesel in esercizio sulle ferrovie tedesche negli anni sessanta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il prezzo era da capogiro, e lui non era certo lì per quello.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una commessa intuì il suo stato di indecisione e pensò maledestramente di intervenire: -<i>Posso aiutarla?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Daniel la osservò: la tipica commessa dei negozi in franchising, che avrebbe potuto vendere con la stessa indifferenza e scortesia pesce fresco, orologi svizzeri, o mine antiuomo. Non aveva certo l'aria di un'esperta di modellismo ferroviario, tutt'altro, aveva l'aria di quelle ragazze già un po' troppo avanti nell'età per essere lì, deluse dalla vita e dagli uomini, commesse per diritto di nascita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>-Avete la Fleischmann ERT589 delle ferrovie SBB?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Lei lo guardò con disprezzo, lasciando trasparire tutto l'odio che provava per quei supponenti segaioli del modellismo ferroviario. Rifletté un po' sulla richiesta, scomparve dietro lo scaffale e tornò da lui in pochi secondi, trionfante: -<i>Eccola qui, dettagliatissima, edizione limitata con cofanetto in legno. </i><i>Prezzo 400 euro, un mito assoluto</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E suca stronzo,</i> aggiunse nella sua testa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Colpito e affondato, Daniel tornò in sé.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>-Bellissimo modello, davvero bellissimo. Ci penso un attimo. In realtà sarei qui per il trenino Thomas, quello dei cartoni animati, ce l'avete?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>-E' per suo figlio?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>-No</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>-E' per un bambino? </i>chiese lei maliziosamente, tradendo un po' di sarcasmo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>-Si e no, è per mio cugino, oggi è il suo compleanno.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Valerio, cugino di Daniel, aveva ventotto anni ed era ritardato, nel corpo di un adulto il cervello si era fermato ai quattro, cinque anni. Aveva una passione per i cartoni animati, ed in particolare per le avventure del trenino Thomas.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quella sera i genitori avevano organizzato una festicciola tra parenti per il suo compleanno.</div>
<div style="text-align: justify;">
-C<i>omunque si tratta di un giocattolo che dovrebbe essere nello scaffale "bambini".</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>-Benissimo, e ce l'avete?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>-Si e no in effetti.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>-Ce l'avete o no? </i>Daniel intuì il gioco al massacro della commessa ed iniziò a spazientirsi. Perdeva la pazienza abbastanza facilmente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>-Di solito si, ma attualmente no, li abbiamo finiti, è un giocattolo molto richiesto. Dovrebbe arrivare una nuova fornitura la prossima settimana, vuole ordinarlo?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>-No grazie, mi serve oggi. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
Aveva solo perso tempo, e non sapeva proprio dove trovare un altro negozio di giocattoli nelle vicinanze.</div>
<div style="text-align: justify;">
Era un bel problema, da mesi aveva promesso a Valerio che gli avrebbe regalato quel diavolo di trenino Thomas.</div>
<div style="text-align: justify;">
Uscì dal negozio indeciso sul da farsi.</div>
<div style="text-align: justify;">
.</div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-16590737942000812612012-05-30T01:03:00.001+02:002012-05-30T01:07:50.339+02:00L'amore non ha età<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Mauro ed Alessia sedettero, aspettando che il giorno passasse lentamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
La tv accesa, mentre le loro memorie svanivano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Dovevo essere impazzito, ne avevo bisogno, non so cosa mi passasse in testa.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Questo è quello che ottieni,</i> rispose lei con voce asetticca. <i>Hai perso tutti.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Tu me li hai messi contro,</i> provò a ribattere, ma non aveva poi molto senso a quel punto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Me ne vado a dormire. </i>E rimase solo nel salotto, con le immagini ed i volti che scorrevano sullo schermo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le parole di Alessia gli rimbombavano nella testa <i>questo è quello che ottieni.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Mauro cercò il telecomando sul divano e, non trovandolo, si guardò intorno smarrito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il salotto gli parve una teca di dolore lancinante ed incorniciato, in ogni angolo, su ogni mobile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se avesse trovato le parole adatte riguardo il trascorrere del tempo, il costo delle scelte fatte e delle strade non percorse, della gioventù che sfugge troppo velocemente, degli affetti che si allontanano. Ebbene se avesse trovato quelle parole avrebbe senz'altro serenamente emesso una sentenza di condanna nei confronti dell'esistenza, tanto più spietata quanto più se ne intravede la fine.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Alessia aveva abbandonato quel luogo da tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Aveva smesso di aprire le lettere, di collezionare i punti al supermercato, di leggere le riviste, di parlare a cena. Si limitava a sciabattare mestamente per casa. O forse lui non era semplicemente più in grado di vedere neppure una briciola della splendida dignità della donna che da sempre lo aveva accompagnato, e che ancora, nonostante tutto, divideva senza fiatare quel polveroso letto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Spense finalmente la tv e guardò l'orologio sul display del decoder, le undici e dieci.</div>
<div style="text-align: justify;">
Pensò che a quell'ora Manuel quasi di certo era ancora sveglio, a duemila chilometri di distanza, da solo a guardare un film, oppure insieme a quella famosa ragazza sconosciuta della quale un giorno durante una breve telefonata con sua madre aveva semplicemente dichiarato <i>Sono due anni che la amo, quella donna sarà la madre dei miei figli anche se ancora lei non se ne convince, ma insisterò fino a che cederà.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Spense la luce e si avviò verso la stanza da letto, come ogni sera da quarant'anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel buio poteva sentire il leggero russare di Alessia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si addormentava profondamente in pochi minuti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Pensò che non è vero quello che tutti dicono, che l'amore non ha età.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'amore non ha età, dicono tutti.</div>
<div style="text-align: justify;">
.</div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-72711033271914830762012-05-29T00:15:00.004+02:002012-05-29T00:30:23.784+02:00Mentre eserciti di carta attraversavano la frontiera<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Mentre eserciti di carta attraversavano la frontiera, noi stavamo in silenzio a scrutare l'orizzonte.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sotto una pioggia sferzante avevamo deciso che nulla di brutto sarebbe accaduto se avessimo tenuto gli occhi aperti tutto il tempo, a turno. Se li avessimo tenuti aperti i fantasmi della notte non sarebbero apparsi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un tempo amavo giocare con le spade finte che mio cugino Dimitri forgiava con il legname avanzato dal vicino di casa, un valente falegname socialista. Era il gioco più bello del mondo combattere draghi e mettere in salvo donzelle immaginarie dalle bruciacchiature delle creature dell'ade a cavallo dei nostri destrieri a due ruote e catena e pedali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma io ero solo lo scudiero, perché Dimitri era sempre il valoroso cavaliere che in uno slancio di impeto e d'ira riusciva a trafiggere il drago nel punto debole, facendolo stramazzare al suolo in mezzo a nuvole di zolfo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Andava bene così però, perché essere parte dei giochi dei grandi era bene, fosse anche solo per reggere lo scudo, la spada nella fodera, ed i tramezzini nella bisaccia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Altre volte avevamo le Colt.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le sorelle costruivano le tende, ed era un mondo fantastico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Uscivamo, e fuori c'era il deserto, i cactus, ed i Sioux. </div>
<div style="text-align: justify;">
Qualcuno sarebbe morto di certo in quei giorni, nel deserto, un indiano, un fuorilegge.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Si era fatto tardi e decisi di tornare al fuoristrada. Per distrarmi dalla noia del lungo cammino provavo a ricostruire nella mia mente quei giorni perduti con Nadia e Dimitri.</div>
<div style="text-align: justify;">
A furia di camminare da solo sarei diventato un santone, non fosse stato per il fucile e la cartucciera.</div>
<div style="text-align: justify;">
Attraversando un boschetto intravidi un ronzante banchetto di mosche accanirsi sul corpo dilaniato di una lunga biscia nera. Scacciai gli insetti ed osservai da vicino la carcassa del disgustoso animale, che sebbene innocuo, ingenerava in me sempre un certo terrore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una volta, seduto su una pietra a fumare una sigaretta, un serpentello aveva risalito la mia gamba scivolando su a velocità folle. Ricordo l'insano orrore che mi aveva colto, e la corsa urlando come uno sciamannato con il cuore impazzito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sentii un rumore di rami spezzati al di là dei cespugli, nel boschetto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Imbracciai e puntai e feci fuoco.</div>
<div style="text-align: justify;">
Silenzio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Attraversai le sterpaglie ed eccolo lì, un uomo a terra con le mani sulla pancia, la mandibola serrata dal dolore. Respirava, era vivo ma pieno di pallettoni in pancia, non un bello spettacolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non osai alzargli la camicia mimetica per dare un'occhiata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Cazzo amico, cazzo! Che casino cazzo! Ora ti porto in ospedale benedettoiddio.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi guardò con un misto di odio e gratitudine.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io lo avevo steso, ma d'altronde ero anche l'unico che poteva salvarlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Perché i cinghiali hanno la crosta dura e non vanno giù con un solo pallettone mal piazzato. Ma un uomo no, ci resta secco se impallinato da una decina di metri.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi ero proprio cacciato in un bel casino e lo sapevo, e per un attimo fui tentato di mollarlo lì e darmela a gambe. Fortunatamente i miei residui di umanità presero il sopravvento, ed a fatica lo sollevai sulle gambe e lo aiutai a trascinarsi fuori di lì.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Pezzo di stronzo, hai sparato senza guardare, mi hai quasi fatto fuori.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Il tizio cominciò pian piano a rianimarsi, ma ero terribilmente preoccupato perché perdeva una marea di sangue. Forse non si rendeva conto che rischiava di lasciarci le penne, lì, in quel bosco di merda.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Scusami cazzo, non so davvero cosa mi sia passato per la testa, avevo visto un fagiano poco prima.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Non avevo visto alcun fagiano, ma non sapevo proprio a che cazzo stavo pensando.</div>
<div style="text-align: justify;">
A Dimitri, a Nadia, alle tende, alle Colt, alle spade di legno, ai draghi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Camminammo a passo lentissimo, e dopo poco più di un'ora mi sentii sfinito e frustrato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il tizio perdeva colorito, ed a tratti non riusciva a camminare, sveniva, si riprendeva.</div>
<div style="text-align: justify;">
Crollai anche io, deciso a riposarmi almeno qualche minuto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Ehi amico non mollarmi dai, che per colpa tua finisco in galera. Se sopravvivi giuro che non sparerò mai più un colpo in vita mia. Ti regalo una cassa di Amaro del Capo. Ti pago la migliore squillo della Lituania.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Sorrisi, ma lui no.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Forse, dopotutto non morirà.</i> Pensai. <i>Se sopravvivi sarò il tuo miglior amico, giuro, giuro.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Gli buttai mezza borraccia d'acqua in faccia e si riprese come da un incubo, stralunato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ripartimmo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La luce diminuì rapidamente e poi sparì del tutto, ed in lontananza intravidi la periferia della Grande Città.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le fiamme dell'acciaieria illuminavano la sera dall'alto delle ciminiere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mancava poco, e mi sentii sollevato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Normalmente odiavo la visione delle ciminiere, la fine del bosco e l'inizio della civiltà.<br />
Ma quella sera, osservando il ballo eterno del gassoso fuoco blu, un raro entusiasmo mi montò dentro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il tizio camminava ancora, bianco come un lenzuolo, seriamente intenzionato a non lasciare questa terra. Aveva scorza senz'altro, e mi dispiacque avergli bucherellato le interiora scambiandolo per un pennuto. Doveva aver perso un po' la brocca, perché iniziò sommessamente a canticchiare una vecchia canzone, che mi fece tremare le gambe.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo guardai con stupore, e vidi che aveva il volto di mio padre, anzi ERA lui.<br />
Cantava quella canzone quando era di buon umore, un'immagine vivida nei miei occhi..</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma mio padre era morto.<br />
Ricordo il momento in cui decisi di odiarlo per i suoi troppi sbagli: <i>Basta papà, ora è troppo, basta così. </i>Mi limitai semplicemente a dire.</div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure odiare un padre è impossibile, ed ogni giorno che trascorrevo senza rivolgergli uno sguardo o una parola pregavo Dio perché non morisse. Non avrei potuto accettare di perderlo per l'eternità senza avergli detto almeno una volta quanto lo amavo.<br />
Fu proprio così che andò.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il tizio smise improvvisamente di canticchiare e sbiascicò qualche parola, tipo <i>la strada </i>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Zozzi, infangati, insanguinati e sfiniti, salimmo sul fuoristrada e lui si lasciò andare allo svenimento, conscio di aver superato il braccio di ferro con la morte.</div>
<div style="text-align: justify;">
Accesi il motore e pensai all'ospedale più vicino, poi partii a tavoletta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Avevo quasi ucciso e poi salvato uno sconosciuto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma non ero riuscito a salvare mio padre.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sul lunotto le fiammelle blu riflettevano una strana danza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Pensai a me e Nadia stretti stretti durante i temporali, intenti a tenere gli occhi spalancati per contrastare l'arrivo dei fantasmi della notte. Alle lunghe e coraggiose esplorazioni nei campi deserti, gli occhi puntati all'orizzonte, mentre giganteschi eserciti di carta attraversavano la frontiera.</div>
<div style="text-align: justify;">
.</div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-39553159382808780652012-05-25T01:30:00.000+02:002012-05-29T00:35:47.034+02:00Possa null'altro che felicità bussare alla tua porta<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<i>Portami in qualche posto carino</i>, disse lei salendo in macchina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Manuel aveva conosciuto Lucie pochi giorni prima, in pausa caffé. Lucie aveva appena iniziato uno stage di sei mesi postuniversitario, e, spaesata, si aggirava per la prima volta nel mondo del lavoro, degli uffici, delle gerarchie. Manuel prese un 42 dalla macchinetta e con la chiavetta, della quale lei non beneficiava, le offrì un caramelloso ginseng.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per lui il periodo di déplacement era quasi terminato, ed a breve sarebbe rientrato in Italia all'ordinaria amministrazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Io non sono come quegli stronzetti viziatelli che possono andarsene a fare l'erasmus cazzeggiando beatamente per un anno in qualche città spagnola, io all'università ho dovuto cagare sangue da studente lavoratore. </i><i>Lo scientifico eh? Ma conosce il latino? Quel merdoso professore al secondo esame. </i><i>Ficcateli in culo i brocardi, bastardo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lucie sorrideva nonostante la pioggia battente, ed immediatamente allungò le gambe come una ragazzina ed inizò a smanettare con l'autoradio, skippando una traccia dopo l'altra. Il disco era Come on Die Young, ed anche mettendo avanti all'infinito da lì non si sarebbe scappati per nulla al mondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Manuel d'altronde non aveva portato una gran collezione di dischi per quel lungo soggiorno, giusto i Mogwai, Nick Drake, qualcosa dei Radiohead. In un negozio di dischi ai Docks aveva comprato per pochi euro una raccolta di Tim Buckley.</div>
<div style="text-align: justify;">
Trovare un posto carino in una giornata ottobrina così macabra non sarebbe stato facile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Manuel imboccò quasi senza pensarci il ponte di Normandia, e, nonostante le secchiate d'acqua sollevate dalle bisarche a passo d'uomo, non si poteva restare indifferenti allo spettacolo del fiume che diventa mare in uno scontro perenne tra acqua dolce ed acqua salata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Ti sei mai chiesto come facciano i pesci a capire quando finisce il mare ed inizia il fiume e viceversa?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
No, non se lo era mai chiesto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Sai non credo ci sia un confine così netto, forse ci sono punti in cui il mare è un po' meno salato ed il fiume un po' più salato.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma non ne era certo per niente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quando parcheggiò ad Honfleur era già quasi buio, sebbene non fosse passata neppure mezz'ora dal momento in cui avevano timbrato il cartellino in uscita, salutando Bertrand, l'usciere di colore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Girò intorno alla macchina con l'ombrello aperto, cavallerescamente, e si infilarono in un bistrò.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lucie era dannatamente carina, anche se all'apparenza un po' stupida, ma forse era solo la giovane età.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il suo abitino nero e le forme un po' generose mettevano Manuel in uno stato di esaltazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lucie insistette per ordinare le lumache.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Devi succhiarle così dal guscio, in un colpo solo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Ma è disgustoso, ecouerant!</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Bevvero Chablis e Manuel un doppio Calvados che lo aiutava ad essere molto più sciolto di lingua, nel suo francese figlio dell'esperienza, e di modi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il ristorante La Petite Brocante era uno dei più conosciuti di Honfleur, e ad un tavolo poco distante erano seduti quattro colleghi decisamente abbevazzati, che avevano immediatamente individuato la coppietta atipica a lume di candela: l'ospite italiano e la giovane stagista puttanella.</div>
<div style="text-align: justify;">
Manuel si sentì gli occhi puntati addosso tutta la sera, immaginandosi il pettegolezzo del mattino successivo in sala relax. I rapporti di quel tipo non erano particolarmente benvenuti in azienda.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Poco male</i>, pensò. <i>Poco male, che cazzo me ne frega.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Al ritorno lo attendeva la sua noiosissima fidanzata.</div>
<div style="text-align: justify;">
E i sabato pomeriggio all'Ikea.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Uscirono a braccetto, fuori aveva smesso di piovere ed un vento ghiacciato sferzava il lungomare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Passeggiarono un po', e Manuel le infilò la lingua in bocca e lei l'accolse con morbidità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non essendoci nessuno in giro Lucie gli infilò la mano nei pantaloni iniziando a tirargli una sega.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lei aveva un sapore di buono.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lui aveva il sapore del sigaro a causa della bruciacchiante dose di Calvados.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Hai capito la puttanella, neanche il tempo di limonare un po' e ce l'ha già in mano.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Come quella vacca che mi sbattevo ai tempi. Neanche il tempo di salire in macchina sotto casa e stava già spompinando, era un'idrovora.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Lucie non era particolarmente attratta da Manuel, ma era stato gentile, ed un lavoretto se lo meritava.</div>
<div style="text-align: justify;">
In quei giorni di merda, in quella città di merda, in quell'open space di merda, dove nessuna delle colleghe se la cagava neanche di striscio, perché era giovane e carina e formosa, dove i colleghi la guardavano come dei bavosi del cazzo. Almeno Manuel l'aveva fatta ridere, l'aveva portata fuori.</div>
<div style="text-align: justify;">
Certo, al suo rientro a Nancy non avrebbe detto niente al suo fidanzato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Quel pallone gonfiato pezzo di merda naziskin</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Manuel le venne in mano, e si sporcarono entrambi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Avrebbe avuto voglia di alzarle il vestitino, tirarle giù le calze e le mutandine e prenderla da dietro, ma forse era un po' troppo per un lungomare. Pensa se i colleghi fossero passati di lì.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E poi così eccitato e senza preservativo rischio veramente di fare un casino.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Tornarono indietro pieni di allegria, facendosi scherzetti, prendendosi in giro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Manuel si sentì improvvisamente un po' innamorato di Lucie, della sua vitalità sorridente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una sensazione adolescenziale e rara per lui, e fu piacevolmente stupito da come le cose possano cambiare improvvisamente, di come si possa passare dal vuoto al pieno, dall'atmosfera allo spazio, dal fiume al mare.</div>
<div style="text-align: justify;">
La strinse a sé, lei ridacchiò, e lui le schioccò un bacio, tenero, affettuoso: <i>giusto nel caso in cui non ci vedessimo mai più</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Appena salirono in macchina ricominciò a piovere a dirotto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lucie era stanca, e dopo pochi chilometri si addormentò.</div>
<div style="text-align: justify;">
Manuel vide sbucare la mercedes troppo tardi, quando ormai non c'era più nulla da fare per evitare l'impatto. Sembrava surreale essere centrati in pieno da un mostro nero lanciato a tutta velocità sotto la pioggia. Vide solamente per un attimo Lucie voltarsi verso di lui, incapace di comprendere quel momento, passando in un istante dall'acqua dolce del sogno, all'acqua salata della vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Manuel non percepì alcun dolore, non gridò, quando il lato guida venne polverizzato dal muso pesante dell'auto tedesca, sparando la berlina francese a diverse decine di metri di distanza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sentì solo stridore di metallo fragoroso ed assordante accartocciarsi orribilmente su di lui.</div>
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.</div>
<div>
<br /></div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-18201474394653616452012-05-22T00:40:00.001+02:002012-05-22T01:01:13.761+02:00Lo scellerato patto di Raffaele Allovio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Raffaele Allovio accartocciò il documento contabile e si alzò repentinamente dalla scrivania, rovesciando la sedia a terra, che cadde fragorosamente scheggiandosi.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Il rumore rimbombò in tutta la villa, deserta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non c'era più niente da fare: l'indomani Raffaele avrebbe dovuto annunciare agli operai che la fabbrica avrebbe chiuso i battenti per sempre.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Suo padre, Gabriele Allovio, aveva avviato l'attività esattamente quarantacinque anni prima, sull'onda del glorioso boom edilizio che aveva segnato i favolosi anni sessanta.</div>
<div style="text-align: justify;">
La gente abbandonava le campagne per recarsi in città, e servivano case, moltissime case, per accogliere tutti.</div>
<div style="text-align: justify;">
E per fare le case servivano i mattoni.<br />
Grazie a questa intuizione Gabriele, allora ventenne, in pochi anni era diventato ricchissimo, al punto tale da venir soprannominato "Il Principe del Mattone".</div>
<div style="text-align: justify;">
All'epoca era un semplice giovane muratore di umili origini, un po' rozzo e privo di istruzione, ma dotato di abilità e determinazione mirabili.</div>
<div style="text-align: justify;">
Aveva iniziato l'attività con un paio di operai e formidabile abnegazione, dividendosi tra le sfiancanti ore all'altoforno e la ricerca costante di palazzinari da rifornire.</div>
<div style="text-align: justify;">
In breve il commercio era diventato così fiorente da permettergli di assumere moltissimi operai a basso costo, e di abbandonare il forno per dedicarsi al lusso ed agli eccessi che da sempre aveva sognato.</div>
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Durante una sfarzosa vacanza a Cipro conobbe l'attrice francese Marie Perrau, sul set di un colossal in costume del grande regista Alberto Brandeburgo.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il Principe del Mattone se ne innamorò perdutamente, e decise: <i>questa donna sarà mia.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Marie, bellissima e sofisticata, si accingeva ad una sfolgorante carriera cinematografica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Musa ed amante di Brandeburgo, in un primo momento non degnò neppure di uno sguardo il rozzo Gabriele Allovio. Ma lui, con la determinazione che contraddistingue l'uomo di campagna, si recò sul set ogni giorno per tre settimane portando in dono alla giovane attrice immensi mazzi di rose, magnifici cadeau di brillanti, cioccolatini del cacao più esotico e sfavillante dell'universo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La bella Marie, un po' per tenerezza per quell'omaccione rozzo, un po' per vanità, e soprattutto per dare soddisfazione ai numerosi paparazzi che la seguivano perennemente, finì per cedere alle lusinghe di Gabriele.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dalla breve e chiacchierata storia d'amore tra l'imprenditore italiano e l'attrice Marie Perrau nacque il primogenito Raffaele Allovio.</div>
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<br /></div>
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Sin dalla giovane età Raffaele mostrò di aver ereditato maggiormente i geni artistici e un po' mondani della madre, piuttosto che il carattere pragmatico e determinato del potente padre.</div>
<div style="text-align: justify;">
Frequentava i salotti bene della città, e soprattutto i foschi locali notturni dove si intratteneva in continue avventure amorose, tra fiumi di champagne e disco music.</div>
<div style="text-align: justify;">
Alla fine dei favolosi anni ottanta, il giovanissimo Raffaele era uno dei più famosi casanova della borghesia industriale, e spesso compariva nelle riviste scandalistiche da casalinga, immortalato al fianco della misteriosa amante di turno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Era certo che quella vita agiata sarebbe durata in eterno, grazie all'infinita ricchezza che suo padre, "Il Principe del Mattone" continuava ad accumulare anno dopo anno.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Passò il tempo, ed un giorno Gabriele Allovio, ormai sessantenne, visibilmente dimagrito e stanco, convocò il figlio nel suo gigantesco studio, al primo piano della grande villa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Figlio mio, il tempo dei giochi è finito. Mi è stato diagnosticato un male incurabile e quel maledetto medico mi ha dato si e no un paio di settimane di vita. Da domani, dirigerai tu lo stabilimento.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Raffaele ebbe la sensazione che un pugno invisibile lo avesse appena centrato in pieno stomaco: sentì mancare il fiato. Ma non aveva alternative, e, con riluttanza, accettò senza fiatare l'incarico. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sebbene in fin di vita, suo padre non era una persona alla quale era concesso rispondere con un rifiuto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il mattino dopo, di buon ora, indossato un abito di sartoria, salì sulla Maserati, e si recò per la prima volta allo stabilimento in qualità di direttore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non fu facile all'inizio, gli amici reclamavano la sua presenza nei fumosi dancing della città, le donne interessate lo stuzzicavano con scherzetti e provocazioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma Raffaele maturò, assistette il padre negli ultimi giorni, ed imparò pian piano a dirigere l'azienda, facendosi accettare e stimare dagli operai, dapprima diffidenti nei suoi confronti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questi, nel tempo, impararono ad apprezzarne la bonarietà, rispetto al carattere burbero del suo temuto predecessore.</div>
<div style="text-align: justify;">
E, pur se non con lo sfarzo dei favolosi anni sessanta, la fabbrica di mattoni continuò la sua attività.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma un giorno nella grande città tutti smisero di costruire case.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le altissime gru che da sempre avevano fatto parte del paesaggio come animali preistorici e spaventosi vennero smantellate.</div>
<div style="text-align: justify;">
La gente, stanca del caos e dell'inquinamento, decise di tornare alle campagne.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nessuno voleva più i mattoni di Raffaele Allovio.</div>
<div style="text-align: justify;">
E per continuare a pagare i dipendenti fu costretto a ricorrere a numerosi prestiti e cambiali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ipotecò anche la grande villa e il suo sfarzoso giardino.</div>
<div style="text-align: justify;">
Svendette la sua collezione di automobili.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Marcus Zoenberg Sachs III, avido direttore della Banca Popolare dei Tre Cantoni, accolse Raffaele con un sorriso inquietante e demoniaco.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Carissimo Allovio, lei è nostro stimato cliente da moltissimi anni, e prima di lei suo padre. E' per questo consolidato rapporto che abbiamo deciso di concederle un termine più ampio per il rientro del finaziamento. Sono felice di comunicarle che ha ancora una settimana a partire da ieri.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Trascorsi sette giorni la banca spedì una comunicazione a Raffaele: il tempo era scaduto. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'istituto avrebbe preso in consegna tutti i beni, chiuso lo stabilimento ed utilizzato il terreno per costruire un Centro Commerciale o una Chiesa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ironia della sorte, sarebbero serviti i mattoni di Raffaele.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sollevò la sedia ferendosi le mani a causa delle schegge di legno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Raffaele pianse, non per la ferita, ma per l'umiliazione, e per il dispiacere di dover abbandonare alla loro sorte i suoi affezionati operai. </div>
<div style="text-align: justify;">
Decise di ubriacarsi come non faceva da anni, dai tempi delle lunghe serate nei night e nelle discoteche.</div>
<div style="text-align: justify;">
Bevve almeno una bottiglia di grappa, e mezza di vino rosso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi, per smaltire la sbronza, a notte fonda, uscì per strada.</div>
<div style="text-align: justify;">
La grande città era deserta e silenziosa, come in un film.</div>
<div style="text-align: justify;">
Camminò per qualche chilometro, finché, stanco e ubriaco, si sedette ad una fermata del trenta barrato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un uomo anziano e dal volto amichevole lo avvicinò.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Tu hai bisogno del mio aiuto mio caro.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E tu chi diavolo sei? </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Sono proprio io, il più grande degli strozzini, il supremo usuraio.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E cosa diavolo vuoi da me? Ormai è troppo tardi, la banca mi ha tolto tutto.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Io posso salvarti, posso salvare la fabbrica e gli operai. Ma ogni anno, in questo stesso giorno, mi pagherai una rata del tuo debito, finché vivrai.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E come potrò pagarti?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
L'anziano rassicurante avvicinò le labbra all'orecchio di Raffaele, e sussurrò i termini del contratto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Raffaele, disperato e un po' scettico, accettò senza riserve.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
E fu così che Raffaele Allovio vendette l'anima al diavolo per salvare il suo stabilimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il mattino successivo, nonostante il mal di testa fulminante, Raffaele riuscì a sentire il trillo del suo telefono cellulare.<br />
Rispose, biascicando.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dall'altra parte della cornetta c'era l'imprenditore e senatore a vita Tettanzio Magnasordi, il quale gli richiedeva la più mastodontica commessa di mattoni della storia, necessaria per la costruzione della Nuova Grande Città, un visionario progetto finalizzato a richiamare la gente dalle campagne.<br />
Decine di altissimi condomini a cubicoli, tutti identici, avrebbero costellato il suolo circostante lo stabilimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Raffaele Allovio, incredulo, esultò e pianse di gioia, correndo per tutta la villa, ormai disadorna dei mobili pignorati.</div>
<div style="text-align: justify;">
Finché un fugace ricordo della sera precedente lo fulminò. </div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E' successo davvero? Oppure ho sognato tutto?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Corse alla fabbrica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Gli operai lo accolsero sbracciando con disperazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un addetto del turno di notte era inciampato e caduto nella fornace insieme all'impasto per i mattoni.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'addetto, un ventenne assunto da poco, era stato polverizzato all'istante dalle fiamme ad oltre quattromila gradi, e le sue ceneri ora giacevano in una partita di splendidi mattoni rossi, lasciati lì, ad essiccare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Avrebbero fatto parte della prima palazzina della Nuova Grande Città.</div>
<div style="text-align: justify;">
Raffaele Allovio decise che si trattava di un tragico caso, di un fatale incidente che nelle industrie accadono spesso, anche quando si adottano tutte le misure di sicurezza possibili.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ciò che contava era aver salvato l'attività, ed il lavoro dei suoi fidati operai... tranne uno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma segretamente temeva di non aver solamente sognato il vecchio rassicurante.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nei mesi vorticosi che succedettero quella fatidica notte, l'attività andò avanti in maniera serrata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ogni giorno diversi camion delle ditte di costruzione venivano a caricare i mattoni, ed in breve la sagoma della prima palazzina iniziò a stagliarsi inquietante nel cielo, come uno scheletro.</div>
<div style="text-align: justify;">
In meno di un anno Tettanzio Magnasordi con il suo seguito di preti e politici venne ad inaugurare il condominio, e consegnò personalmente le chiavi del primo appartamento ad una delle famiglie di ritorno dalla campagna.<br />
Il visionario progetto del Senatore stava realizzandosi sotto gli occhi di tutti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le cose andavano a gonfie vele, e Raffaele Allovio dimenticò quello che era accaduto, ed il suo debito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Finché, esattamente un anno dopo, un altro operaio cadde nella fornace.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci furono numerosi indagini delle autorità, ma gli ispettori del ministero, opportunamente foraggiati dal Senatore, non rilevarono alcuna irregolarità.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Un tragico incidente, un fatale caso,</i> fu detto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Regolarmente, anno dopo anno, la fatalità si ripeté.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le palazzine aumentavano, e gli operai di Raffaele Allovio diminuivano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma Raffaele sapeva che quello era il prezzo da pagare per garantire ai suoi operai un futuro per loro e per le loro famiglie. Nonostante i terribili sensi di colpa, proseguì l'attività, e rispettò il suo patto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo un tempo lunghissimo la Nuova Grande Città fu completata.</div>
<div style="text-align: justify;">
I discendenti degli operai dello stabilimento vi risiedevano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il luogo brulicava di vita, di amori, di commerciò, di felicità e di infelicità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dove prima non c'era che terra incolta, adesso si consumava il miracolo della società.</div>
<div style="text-align: justify;">
Raffaele Allovio, ormai molto vecchio, salì sul tetto del capannone: lo stabilimento era deserto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti gli operai erano andati in pensione, ed era rimasto solo lui a completare le ultime commesse.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'indomani sarebbero state posati gli ultimi mattoni, ed inaugurato l'edificio più grande ed alto della città, alla presenza di Tettanzio Magnasordi Jr, e del suo seguito di grassi preti e politici.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Raffaele guardò la città, che come in una notte di tanti anni prima appariva deserta e silenziosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le sagome dei palazzi si stagliavano sul cielo stellato come gigantesche lapidi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ognuno di essi era costruito con le ceneri di un amico.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Nuova Grande Città era un gigantesco cimitero.</div>
<div style="text-align: justify;">
Raffaele Allovio trattenne il fiato, e per un attimo gli parve di sentire le voci dei suoi operai, innocenti sacrificati alla bestia, al dio denaro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sorrise loro, domandò perdono.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Sarò con voi, amici miei.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma forse era solo il vento tra i palazzi, nel momento in cui Raffaele Allovio si lasciava cadere nella fornace, nelle fiamme eterne.</div>
<div style="text-align: justify;">
.</div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-59445860823648658602012-05-19T03:40:00.001+02:002012-05-19T03:58:34.455+02:00Che qualche svogliata carezza<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
C'é una tizia che gira per casa mia e sono terrorizzato.
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra le varie decisioni che periodicamente prendo, senza troppa convinzione, una è stata qualle di limitare i danni in amore. L'altra è stata bere meno, e vi lascio immaginare come è andata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque sia limitare i danni in amore è molto più facile che bere meno.</div>
<div style="text-align: justify;">
In prima battuta io non sono propriamente Brad Pitt e questo mi aiuta. Comunque piaccio abbastanza, sarà per quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così, che abbiamo noi, bla bla bla.</div>
<div style="text-align: justify;">
In seconda battuta perché per me bere meno è praticamente impossibile senza un'accurata terapia..</div>
<div style="text-align: justify;">
In effetti, quando non bevo, mi sento depresso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando non sono innamorato, invece, mi sento normale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma ultimamente al mattino apro gli occhi, dopo le mie sonore russate e lei è lì, sdraiata accanto a me che dorme serenamente. Con il cuore in gola, ed il terrore che mi attanaglia e mi serra la mandibola, con la testa frullata dal vino di prugne della sera prima (la mia nuova passione, il vino di prugne, che mischio con vino rosso da cucina), cerco di uscire dal letto senza che lei se ne accorga.</div>
<div style="text-align: justify;">
Potrei anche tentare di soffocarla col cuscino, ma poi dovrei far sparire il cadavere, e non è facile in centro a Milano. A Milano differenziano tutto, in che diavolo di cassonetto dovrei mettere un cadavere?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Io al mattino adoro fare la cacca mangiando un buondì, facendo scorrere l'acqua calda della doccia per creare la giusta quantità di vapore nel bagno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma neanche il tempo di abbattere la sonora erezione del risveglio, saltellando a piedi scalzi verso il bagno, e la tizia dal sonno profondo è immediatamente operativa e spignatta in cucina (se mi è concesso chiamarla cucina) per preparare la colazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
La guardo con preoccupazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
In cucina (d'ora in avanti la chiameremo così per brevità) gli oggetti iniziano ad avere una collocazione fissa.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' comparso persino un coso che taglia le verdure "alajulienne".</div>
<div style="text-align: justify;">
Non c'é più l'alone opaco di detersivo sui bicchieri lavati.
</div>
<div style="text-align: justify;">
Gli strofinacci sono ripiegati a metà.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi vesto frettolosamente e salto sulla bici per recarmi al mio amato lavoro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lì sto bene perché tutti sanno che sono un pezzo di merda carrierista, e che sarei disposto ad ucciderli uno per uno con una mannaia per un minimo avanzamento di carriera, e quindi mi stanno alla larga.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ogni tanto "la laida" della contabilità generale, fa il giro degli uffici per far vedere la minigonna girotopa ed il tacco con il plateau. Sta cosa del plateau non mi convince, fa molto travestito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un giorno metterà una minigonna così corta che le spunteranno fuori le palle, ed allora capiremo tutto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque "la laida" non è malaccio, ha quel qualcosa di vagamente zozzo e morboso che affascina tutti noi.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' una zoccola da film porno amatoriale, quelli in cui gli attori hanno le mascherine di topolino e minnie.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Intorno alle 19.00, dopo il quotidiano aperitivo con Fabio, responsabile amministrativo, (per me doppia birra media doppio malto, per lui doppio gin tonic con doppio gin), me ne vado a casa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi aggiro sospettosamente nell'androne del palazzo per qualche minuto, per vedere se c'é vita nell'appartamento. Lei potrebbe essere lì dentro in agguato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fino a quel momento della giornata me ne dimentico, abituato come sono a stare solo e beato come un cane.<br />
Ora nuovamente il terrore si impadronisce di me: in casa mia c'é una sconosciuta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una che pretende di mettere a posto la mia vita e le mie cose.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una che mette le bucce di mandarino nel mio tabacco per farlo profumare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una che guarda i telefilm di MTV mentre io dovrei guardare Squadra Cobra 11, o giocare a Operation Flashpoint.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una che mentre sono lì che guardo Squadra Cobra 11, mi prepara le polpettine di Tofu.</div>
<div style="text-align: justify;">
Già il fatto che si ricordi che io non mangio carne mi fa incazzare come una bestia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma le polpettine di Tofu diocane!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il mio vero lavoro è tenere unita la famiglia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Torno appena posso perché la mia famiglia non esiste più, è come se una granata a frammentazione fosse esplosa anni fa, e noi ci stessimo tenendo le budella con le mani. </div>
<div style="text-align: justify;">
Se alzassimo le braccia verrebbe fuori tutto l'intestino e moriremmo all'istante. </div>
<div style="text-align: justify;">
Chissà se potremo tenerci stretti le interiora per tutta la vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non posso contare su mia sorella che ha altri casini, tra i figli e il marito malato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mia madre sta a pezzi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mio padre è nella merda.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io tendenzialmente sono un disastro, e vorrei lavarmene la mani lasciando ognuno al suo destino, ma il mio senso di responsabilità nei loro confronti è troppo forte.</div>
<div style="text-align: justify;">
Forse questo senso di responsabilità si sfracellerà il giorno della cirrosi epatica.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque siccome sono un vero stronzo ho pensato che per farla uscire da casa mia dovevo comportarmi come tale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lunedì sera, quando lei era a cena dai suoi e dormiva lì, sono uscito con una.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho conosciuto questa tipa ad un aperitivo in cui eravamo seduti a fianco, e mi è sembrata interessante perché parlava molto di letteratura figa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo cena siamo saliti da me e me la sono scopata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Solo che questa rientra nella categoria di quelle che si eccitano dicendo porcate mentre le scopi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quindi dopo circa due ore che ci conoscevamo, e una ventina di minuti di sesso, standomi sopra, mi dice una roba tipo: "l'altra sera ho brindato con la sborra".</div>
<div style="text-align: justify;">
Ora, a parte che una cosa così fa veramente cagna maledetta, mi è venuto quasi spontaneo chiederle (tutto ciò mentre ce l'avevo dentro): "quanti eravate?".</div>
<div style="text-align: justify;">
Lei mi ha fatto una faccia schifata modello "mi hai preso per una puttana?", ma diamine, mi è venuto proprio di riflesso chiederlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi se n'é andata ed io mi sono messo a fumare qualche sigaretta, ed a pensare ad una ragazza che amo, all'amore ed a fare l'amore almeno ogni tanto, guardandosi negli occhi, sorridendosi, baciandosi, senza dire nulla.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La sera dopo la tizia che gira per casa mia era di nuovo lì.</div>
<div style="text-align: justify;">
Affettuosa e fastidiosamente premurosa come sempre.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi sono messo a mangiare l'insalatina con il tofu avanzato e l'ho guardata con un profondo senso di gratitudine e pace, e con la consapevolezza di essere inadeguato, di aver ricevuto un regalo immeritato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lei è uno strano animale che si prende cura di uno stranissimo animale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Io d'altra parte sono depresso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Perché quando non sono innamorato sto normale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma lei non mi fa bere abbastanza,<br />
e quando io non bevo abbastanza allora</div>
<div style="text-align: justify;">
.</div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-13219430730723652682012-04-24T00:34:00.003+02:002012-04-24T00:44:07.370+02:00Il lungo inverno (Capitolo terzo)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Ed eccomi qua, intontito, dolorante, incredulo, immobile, ingessato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il post operatorio è uno stato affascinante: si trascorrono lunghissime ore in stato di catalessi totale a fare strani sogni. Gli antidolorifici fanno il resto: oblio totale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Uno dei sogni stranamente realistici vede mia madre ripetermi a mo' di mantra: "<i>Fai nuoto, che ti fa bene per l'asma e per le spalle.. </i><i>Fai nuoto, che ti fa bene per l'asma e per le spalle..</i>", fino a che la sua voce non diventa una sorta di litania. Io fuggo con gli occhi gonfi di lacrime, ticchettando sul pavimento di marmo con le lucidissime Copa Mundial ai piedi, e nelle narici l'odore forte del grasso di foca (pausa nella narrazione, l'autore va a documentarsi sulla natura del grasso di foca, e poi allibisce pensando a quei simpatici animaletti massacrati per le mie Copa Mundial).</div>
<div style="text-align: justify;">
Secondo sogno realistico: Nina che mi costringe a spogliarmi in pubblico, ed il mio pene diventa grande quanto una lumachina intirizzita. Lei ride, tutti ridono. Ed allora vorrei smenazzarmelo per mostrare la mia imponente verga nel pieno del suo turgore, ma non c'é niente da fare, è moscio, raccolto, invisibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Terzo sogno dannatamente realistico: il Maresciallo Tito che si suicida.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il Maresciallo Tito era il mio cane, un magnifico spinone maculato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Naturalmente non si è suicidato, è andato nel paradiso canino alla veneranda età di quindici anni, stroncato da una overdose di cioccolato fondente, rubato dalla borsa di mia madre e fagocitato con sommo estremo piacere nel giro di pochi secondi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma nel sogno il Maresciallo Tito assume il cioccolato lentamente, sdraiato su una chaise long vittoriana, discutendo con me dell'immortalità dell'anima, così come Socrate bevve la cicuta per obbedire alle leggi dello stato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, sogni agitati prima del ritorno alla consapevolezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Finiti gli antidolorifici c'é una sola cosa: dolore.<br />
Dolore ancestrale, continuo, torturante.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi anche questo si assottiglia, e resta la subdola paura del dolore, che ti fa diventare immediatamente un vecchio, che ti gela il sangue ogni volta che senti un cigolio, uno scrocchiare improprio delle articolazioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Fino al momento in cui ti dicono:<i> ok, puoi andartene a casa.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Nei rari momenti di lucidità ho ponderato con attenzione riguardo il luogo in cui avrei voluto trascorrere la mia lunga convalescenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Di certo non posso andare a casa dei miei, luogo caotico come un bazar di Istanbul. </div>
<div style="text-align: justify;">
Già mi vedo, immobilizzato in salotto, con quello stronzo di mio padre che parla contemporaneamente a due cellulari (cliente con uno, amante con l'altro), mia madre che continua a sfornare manicaretti, telegiornale, nipoti rumorosi e demoniaci che scorazzano, e poi i parenti di passaggio, la nonna con badante marocchina e ficcanaso nel weekend, la donna delle pulizie maldestra.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io ho bisogno di tranquillità, e soprattutto di privacy.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Con papà tra l'altro le cose sono precipitate drammaticamente.</div>
<span style="text-align: justify;">Non ci parliamo quasi più, lui sa che io ho beccato le sue tresche, e mi teme fottutamente.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
Ogni volta che apre bocca io lo fulmino con una delle mie frecciate così taglienti da gelare il sangue, ed ogni volta la mia anima si annerisce, nella consapevolezza di pronunciare parole colme di disprezzo e di sarcasmo nei confronti di mio padre. Ma allora perché lo fa? Perché non torna sulla retta via?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
In sostanza, l'opzione convalescenza a casa dei miei non è fattibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
D'altra parte stare a casa di Nina potrebbe essere non meno problematico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Alcuni pro ci sarebbero: i suoi magnifici pompini, e la possibilità di skillarmi come un dannato a World of Warcraft quando lei è al lavoro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma il sogno realistico numero due, unitamente all'idea di dover sopportare senza via di scampo le sue sfuriate quotidiane accentuate dalla responsabilità di un figlio e di un compagno invalido e senza reddito, mi rendono alquanto scettico riguardo l'ipotesi di sopravvivere ad un'esperienza simile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Avete presente "Misery non deve morire"?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma poi all'improvviso il fulmine a ciel sereno.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'illuminazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
La salvezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Come diavolo ho fatto a non pensarci prima?</i><br />
<i>.</i></div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-3413087378865376662012-04-16T19:37:00.001+02:002012-04-17T01:37:03.119+02:00Il lungo inverno (Capitolo secondo)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
In quel periodo stavo insieme ad una ragazza più grande di me di qualche anno, Nina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nina era carina e completamente pazza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci siamo conosciuti alla tipica festa tardo-adolescenziale, dove maschi trentenni stonfati di alcool provano a rimorchiare donne ultratrentenni uscite da storie problematiche.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo la più banale delle conversazioni ci siamo trovati a limonare squallidamente su un divano, e poi, a tarda notte, con la scusa di accompagnarla a casa in macchina, abbiamo fatto sesso sul sedile del passeggero. Una furia cieca, Nina.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'inizio non propriamente romantico lasciava presagire un futuro altrettanto spiccio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo qualche settimana di frequentazione mi trasferii a casa sua, un piccolo appartamento in periferia che condivideva con il figliolo di quattro anni, Tommaso, un bambino abbastanza schizoide e per niente socievole.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il padre, un pallanuotista palesemente ritardato, veniva a trovarlo senza troppo entusiasmo ogni weekend.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da par mio non è che facessi il padre, era più come avere un coinquilino in miniatura con il quale non puoi neanche farti una birra. Io non davo troppo fastidio a lui (anzi a volte facevo anche finta di prendermene cura) e lui non ne dava assolutamente a me. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nina però era la più paranoica delle madri: ogni volta che Tommaso correva per più di trenta secondi, verificava lo stato della sua sudorazione che, ove non controllato costantemente, avrebbe di certo causato la prematura morte del ragazzino.</div>
<div style="text-align: justify;">
E poi litigavamo per ogni minima cosa. E come poteva essere diversamente? Un trentenne indolente, sfaticato e pigrissimo, insieme ad una madre trentacinquenne frustrata ed insoddisfatta.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'argomento principale di discussione erano i videogames: lei usciva per andare al lavoro, ed io giocavo ai videogames. Rientrava otto ore dopo, e mi trovava impegnato nella stessa medesima attività.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io, con la spudoratezza che mi contraddistingue, millantavo di essermi appena messo a giocare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una guerriglia costante che penalizzava non poco le mie performance a World of Warcraft.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nina tendenzialmente odiava me meno del resto del mondo, al di fuori naturalmente di Tommaso, che venerava come un piccolo Buddha.</div>
<div style="text-align: justify;">
Odiava i genitori, per motivi che spesso mi raccontava ma che non ho mai colto fino in fondo. La madre non era mai definita come "mamma", ma principalmente come "la stronza", o "quella stronza".</div>
<div style="text-align: justify;">
Odiava le colleghe al supermercato dove lavorava. Soprattutto una certa Roberta, che, a suo dire, sarebbe passata dal banco pesce agli uffici amministrativi grazie ad una gerarchica trafila di pompini.</div>
<div style="text-align: justify;">
Odiava i vicini, rumorosi e sparapose, e non mancava di escogitare piccoli dispetti quotidiani nei loro confronti, come buttare le sigarette sul balcone di fianco, o fare la lavatrice ad ore impensabili.</div>
<div style="text-align: justify;">
Odiava inoltre i cani, i vecchi, il rumore del frigorifero, i peli nella vasca, l'autobus delle sette e venti, il calcio, i film d'autore, la musica tutta, le elezioni politiche, le passeggiate, la birra, il cibo etnico, gli specchi che ingrassano, le commesse dei negozi, i miei amici tutti, una miriade di altre cose, e Roberto Benigni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nessuno in Italia odia davvero Roberto Benigni, al limite può stare un po' antipatico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Invece no, l'odio di Nina per lui era sincero e profondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, non eravamo proprio fatti per stare insieme.</div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure il giorno della triade infausta convivevo con lei da circa due anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Perché mai, vi chiederete? </div>
<div style="text-align: justify;">
Primo, perché ero caduto nella sua trappola dorata, fatta di fantastica biancheria intima.</div>
<div style="text-align: justify;">
Secondo, perché avevo troppa paura di quello che avrebbe potuto farmi se avessi manifestato l'intenzione di lasciarla. Non l'avete vista, voi, nei giorni no, affettare la bistecca con un coltellaccio da cucina.</div>
<div style="text-align: justify;">
.</div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-73451851226619542122012-04-10T20:04:00.000+02:002012-04-10T20:04:32.029+02:00Il lungo inverno (Capitolo primo)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Ora che siamo qui, sdraiati su questo prato in un magnifico giorno di Maggio, a goderci il sole caldo e il vento tra gli alberi ho la certezza che si, il lungo inverno è finalmente finito. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sotto di noi il pendio scosceso, i colori sfumati della primavera avanzata, che più in basso diventano pastello di case, ed ancora più giù diventano blu di mare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Immaginate la mia storia come uno di quei film indipendenti degli ultimi anni, e questa come la scena iniziale e finale allo stesso tempo: la camera parte su un campo stretto su noi due e poi si allarga allontanandosi lentamente, mentre una musica fatta di rullante, chitarra pulita, pianoforte e violino (suonata da uno sconosciuto ma emergente gruppo indierock) accompagna il nostro diventare due puntini immobili ed indefiniti nell'infinito verde e blu che ci circonda.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto inizia il giorno in cui in una partita di calcetto tra amici centrai in pieno la famosa triade infausta: lesione del legamento collaterale, crociato anteriore, e menisco.</div>
<div style="text-align: justify;">
La mia carriera di calciatore semiprofessionista si era interrotta anzitempo diversi anni prima, a causa dell'evidente limitatezza del mio controllo di palla, ed alla scarsa voglia di allenarmi con regolarità. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per sfogare quindi la voglia di calcio giocato che affligge la maggioranza degli esemplari di sesso maschile italiani in età compresa tra i sette ed in settanta, non mi restava altra scelta che dedicarmi alla classica partitella di calcetto tra amici della domenica pomeriggio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo spettro di soggetti che calca i campi di calcetto la domenica pomeriggio è quantomai ampio: dal ventenne in forma campionato, al quarantenne obeso, al trentenne fiacco come me.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quella domenica mi recai all'appuntamento con il consueto entusiasmo, felice di poter far valere come ogni settimana il mio perentorio stacco, l'anticipo assassino "palla o morte", che mi avevano reso tristemente noto sui campi di tutta la regione, fino a farmi battezzare come il "Pablo Montero della Riviera".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La telecronaca immaginaria sarebbe stata pressapoco così.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Siamo al cinquantesimo minuto di gioco di questa appassionante classicissima tra scapoli ed ammogliati che vede in vantaggio gli scapoli per dodici reti ad una. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Un pubblico delle grandi occasioni scalda i valorosi in campo, inquadrata sugli spalti la bellissima moglie del commercialista Branzini con i due figlioli, ed al suo fianco possiamo individuare l'ennesima fiamma dell'avvocato civilista Pericu, il quale proprio in questo momento (maglietta di Kakà) lancia un bel pallone in profondità. Ma ecco che il fulmineo Pablo Montero della Riviera capisce tutto ed a falcate imperiose sembra poter anticipare l'attaccante avversario. Ma, attenzione! L'attaccante avversario, il temuto Panzer, non si avvede dell'anticipo e calcia a vuoto mancando clamorosamente il pallone e centrando in pieno l'elegante difensore che rovina con un tonfo spaventoso al suolo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Amici l'infortunio sembra grave a giudicare dalla sua smorfia di dolore!</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il pubblico impietrito assiste alla scena, mentre noi lasciamo la linea ad un minispot</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E fu così che centrai la mitologica triade infausta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo una nottata di dolore mostruoso con una confezione di fagioli congelati sul ginocchio, durante la quale meditai di amputarmi la gamba con un coltellaccio da cucina, decisi di recarmi di buon ora al pronto soccorso locale. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il medico di turno, un giovanotto inesperto e saccente, mi tastò per pochi istanti prima di sentenziare con distaccata professionalità: "<i>è da operare</i>".</div>
<div style="text-align: justify;">
Odio profondamente i medici di turno, perché sono completamente assuefatti ed insensibili al dolore altrui, e si lanciano in diagnosi affrettate nonostante tu pensi di meritarti almeno un centinaio di esami, tra raggi, risonanze magnetiche, consulti tra luminari, prima di prendere una decisione così grave.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In quei momenti frenetici pochi ma definiti pensieri ti affollano la mente.</div>
<div style="text-align: justify;">
1) Rimarrò zoppo per tutta la vita con pezzi di ferro nel ginocchio.</div>
<div style="text-align: justify;">
2) Avrò un sacco di tempo per giocare ai videogiochi.</div>
<div style="text-align: justify;">
3) Voglio la mamma.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il lungo inverno era alle porte, ed io mi apprestavo ad una dolorosa operazione chirurgica.</div>
<div style="text-align: justify;">
.</div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-79606015563879084922012-03-09T00:55:00.001+01:002012-03-09T01:10:05.075+01:00Zinédine Zidane<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Il semaforo è rosso per i pedoni, ed un papà tiene suo figlio per mano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il bambino ha una bellissima divisa del Milan e lucide scarpe, fresche del manto erboso di un freddo inizio di Marzo. Ieri sera sua maestà Leo Messi ha segnato cinque gol ai malcapitati del Bayern Leverkusen negli ottavi di finale della Coppa dei Campioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
"<i>Pensa</i>", dice il padre al figlio, "<i>che persino Gerd Muller, uno dei più grandi attaccanti di tutti i tempi, era riuscito a segnarne solamente quattro in una partita</i>". </div>
<div style="text-align: justify;">
Non si accorgono delle mie mani nere che stringono il manubrio della bicicletta, i piedi pronti a guizzare sui pedali non appena il semaforo diventerà verde.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Io mi ricordo, ed è un ricordo bellissimo, che lo sconosciuto Salenko, centravanti dell'Urss, aveva infilato cinque pappine al Camerun nel girone di qualificazione dei mondiali. Era riuscito a diventare capocannoniere di quel campionato insieme al figlio di Dio bulgaro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi volto, e li guardo sparire lentamente, percorrendo a tutta velocità Via Unione Sovietica, beffardamente invasa di ristoranti cinesi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi svesto della corazza e faccio la mia quotidiana analisi dei danni, prendendo nota della progressione della marciscenza. Sotto la barba folta la pelle del viso annerisce, così come le orecchie, le mani ed i piedi, che ormai appaiono come indistinguibili parti putride e moriture. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Completamente nudo mi accuccio in posizione fetale sotto il getto bollente della doccia, mentre con la spazzola ferrata cerco di rimuovere un po' di squame dalla pelle. E' un'operazione insopportabilmente dolorosa ma necessaria per evitare di svegliarmi domattina coperto da un infame vello di croste.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Solo la pancia, orribilmente sproporzionata su un corpo prematuramente vecchio, appare tronfia e violacea.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I pochi medici che hanno voluto azzardare una diagnosi sostengono si tratti di una sindrome rarissima, che colpisce solamente pochi alcolisti al mondo. E' come una decomposizione prematura del corpo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Morte dell'anima, la chiamo io. </div>
<div style="text-align: justify;">
Se l'anima muore, il corpo non può sopravvivere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lavato e spazzolato, immerso nella mia reclusione blindata, posso finalmente attaccarmi ad una bottiglia di vino economico. Ogni sorso che butto giù, posso sentire il mio esofago rattrappirsi inesorabilmente, i miei reni spurgare, e le mie unghie cadere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono solo le nove, sono completamente ubriaco, e decido di mettermi a letto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Come ogni sera, prima di cadere nel consueto sonno granitico, non riposante, senza sogni, sfoglio l'album di fotografie.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Un garofano bianco per dirti che mai potrò trovare una persona come te.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Un iris giallo per la passione che tu scaturisci in me.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Un delfino blu simbolo della serenità tu sai darmi, del sole che vedo nei tuoi occhi e nel tuo sorriso.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Prima di spegnermi, riesco ancora a ridere amaramente di me stesso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vorrei ammazzarmi, ma ho la sensazione che questo sia comunque l'ultimo giorno della mia vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dormo. Dormo. Dormo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dormo per giorni interi, tengo il telefono cellulare spento, così che i miei datori di lavoro non possano chiamarmi e chiedermi "<i>dove cazzo sei</i>". Forse avranno già preparato la lettera di licenziamento, o pensato che io sia morto.</div>
<div style="text-align: justify;">
A volte ho la sensazione di essere sveglio, e mi accorgo di avere una febbre altissima.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non riesco neppure a muovere un dito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il mio corpo spurga, le coperte sono nere come la mia anima morta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi mi riaddormento come un sasso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo una settimana i miei genitori suonano al campanello. </div>
<div style="text-align: justify;">
So che sono loro perché da mesi nessun altro più mi rivolge la parola.</div>
<div style="text-align: justify;">
Suonano e battono ripetutamente, e credo chiameranno i pompieri se non mi sbrigo a dare un segno di vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Raduno tutte le mie energie, mi alzo e mi avvicino alla porta senza aprirla.</div>
<div style="text-align: justify;">
"<i>Sto bene, datemi solo qualche giorno per rimettermi in sesto</i>".</div>
<div style="text-align: justify;">
La testa mi gira violentemente e pur sentendo lo stomaco in fiamme non ho il coraggio di avvicinarmi alle merendine, o al frigo pieno di bottiglie.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Passano altri giorni immobili, interminabili.<br />
Finché un ignoto impulso elettrico riattiva nuovamente il mio cervello.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi alzo di scatto, con le gambe e la schiena terribilmente indolenzite. Mi volto verso il letto ed un conato di vomito mi assale, mi sono pisciato addosso per giorni, l'odore è insopportabile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo una doccia trovo la forza di guardarmi allo specchio per la prima volta dopo oltre dieci giorni.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' tutto passato, non sto più marcendo, non ho più croste né putrescenze, la mia vecchia pelle giace senza vita sulle lenzuola e sul fondo della vasca da bagno.</div>
<div style="text-align: justify;">
La mia pelle sembra nuova e splendida, i miei occhi vivi.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' mattino, fuori, una gran luce.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi metterò un abito buono, passerò in ufficio a prendere le mie cose ed a salutare i colleghi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Farò un giro di librerie a comprare qualche copia del mio primo libro, anche se non sarebbe necessario, dato il grande successo di vendite.</div>
<div style="text-align: justify;">
Con i soldi voglio comprare una casa isolata in montagna, o magari in Argentina. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ora che posso, ora che sono uno scrittore vero.</div>
<div style="text-align: justify;">
Finalmente non devo più sedermi ad una scrivania e rispondere al telefono, chiavare donne mediocri, condividere i miei pensieri con finti amici artistoidi, che compensano la loro assoluta mancanza di talento attraverso costose reflex o altrettanto costosi corsi di canto, abbruttirmi col vino scadente per dimenticare le giornate trascorse e l'aver perso l'unica persona che amo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Potrò permettermi di non scrivere mai più uno di quei disgustosi messaggini sul cellulare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fare la spesa negli ipermercati.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Cammino tronfio, certo di essere un superuomo, figlio della metamorfosi da larva a farfalla.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel parco metto un piede sui resti di un piccione sfracellato, calpestato da innumerevoli biciclette.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le sue interiora viscide hanno la stessa consistenza della mia pelle.</div>
<div style="text-align: justify;">
.</div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-22686072765839862142012-02-29T01:11:00.000+01:002012-02-29T10:02:56.872+01:00La vera storia di Ivan Ivanovich III, paperonauta<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Questa è la storia di Ivan Ivanovich III, il più famoso paperonauta di tutti i tempi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Essere un paperonauta è un grande privilegio, ed allo stesso tempo un importante fardello. </div>
<div style="text-align: justify;">
Perché, sin dalla nascita, ogni membro della stirpe dei paperonauti ha un sol, unico, obiettivo: lo spazio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ivan Ivanovich III aveva poche lune quando suo padre, il generale Ivan Ivanovich II, glorioso e pluridecorato aviatore di guerra, lo prese con sé, distaccandolo dall'affetto della madre e dai giochi spensierati dei fratelli. </div>
<div style="text-align: justify;">
In una notte stellata e freddissima alle porte della città nuova, il severo padre, che mai concedeva gesti d'affetto, pose con ferma gentilezza l'ala sul piccolo, sollevandogli il becco in direzione dell'infinito blu.</div>
<div style="text-align: justify;">
"<i>Quello, figlio mio, sarà la tua casa. Ci guarderai da lassù, e noi tutti, io, tua madre, i tuoi fratelli, ed il mondo intero, saremo orgogliosi di te</i>".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Da quella notte la vita di Ivan Ivanovich III fu diversa da quella di tutti gli altri piccoli. </div>
<div style="text-align: justify;">
Negli anni che seguirono, non vi furono giochi, né affetto materno, né comodi giacigli, ma solo duro e rigido addestramento sotto la guida dell'inflessibile padre. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Con il passare di molte lune, il giovane paperonauta si fece sempre più bello e forte, ed in lui crebbe l'ardore ed il desiderio di conquistare la galassia, e di posare su ogni pianeta la bandiera rossa dell'impero dei Paperi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Alle volte alzava il superbo becco verso i pianeti, e chiudendo gli occhi poteva immaginarsi volteggiare leggero e libero dall'impacciatezza palmata dei suoi simili.</div>
<div style="text-align: justify;">
Altre volte, invece, sentiva il peso della grande responsabilità di essere membro di così nobile stirpe, e cercava conforto nel padre, unico suo contatto umano, il quale, sprezzante, derideva tali momenti di pusillanime debolezza.<br />
"<i>Ricordati sempre chi sei.</i>" Gli diceva. "<i>Un paperonauta aspira solamente all'infinito spazio</i>".</div>
<div style="text-align: justify;">
Egli stesso aveva a lungo sognato di diventare un esploratore galattico, ma la lunga guerra papericida aveva irreparabilmente impedito quel desiderio.<br />
<br />
Ciò nonostante Ivan Ivanovich II fu un temuto pilota di guerra.<br />
Il suo triplano scompariva tra le nuvole, per poi riapparire fulmineo ed implacabile sulla coda degli inermi piccioni nemici. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma in un assoltato giorno d'estate, quando la guerra era ormai sul finire, l'impavido asso fu inaspettatamente abbattuto da un gabbiano, che, mortalmente ferito in battaglia, decise di gettarsi coraggiosamente in rotta di collisione per compiere l'estremo sacrificio. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ivan Ivanovich II riuscì a sopravvivere a quell'incidente, ma perse un occhio.<br />
Pur ricevendo innumerevoli medaglie al valore, da quel giorno non poté volare mai più.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Era il mese Nebbioso, e tutta la città sembrava avvolta da una surreale patina di silenzio e raccoglimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il giovane paperonauta la guardava da lontano, recluso ormai da lungo tempo nella base paperonautica in attesa della partenza. Era tranquillo e determinato, ma sentiva il dolore per il distacco da tutti i suoi cari, che avrebbe rivisto solo dopo un tempo interminabile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando fu il momento indossò la tuta ed il casco, ricevette il saluto degli ufficiali, ed il generale-padre lo accompagnò fino al boccaporto dell'astronave. Prima di chiudere il portello gli consegnò una busta e gli disse: "<i>figlio mio, aprila solo dopo che avrai superato la seconda luna. Sono molto orgoglioso di te</i>".</div>
<div style="text-align: justify;">
Ascoltando il conto alla rovescia, Ivan Ivanovich III si sentì profondamente fiero di essere stato all'altezza delle aspettative del suo predecessore, il più grande asso dell'aria di tutti i tempi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo pochi minuti, il razzo scomparve nel cielo, lanciato a mille nodi verso l'ignoto, dove nessun papero aveva osato prima d'allora.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Superata la seconda luna, Ivan aprì la busta. Era un dispaccio del fratellino minore, Bobol, vecchio di diverse lune: "<i>Fratello mio, nostra madre è in letto di morte e vorrebbe averti al suo fianco, un'ultima volta, per dirti quanto ti ama. Ti aspettiamo con ansia.</i>".</div>
<div style="text-align: justify;">
Il paperonauta si sentì svenire, e una rabbia cieca lo travolse: suo padre aveva trattenuto il messaggio per non distrarlo dalla missione, l'unica cosa alla quale si fosse mai interessato, privandolo così dell'ultima occasione di stringere a sé le dolci piume della sua amata mamma, e di esserle vicino in quel terribile momento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sentendosi perso corse all'oblò di poppa e guardò in basso: il pianeta era ormai un indistinguibile puntino nell'infinito.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ivan Ivanovich III cullò ed accrebbe quel rancore giorno dopo giorno come una ferita impossibile da cicatrizzare, maledicendo la sua nobile origine, e giurando a sé stesso che non avrebbe mai perdonato il generale padre per quel meschino atto di egoismo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Passarono molti anni ed il paperonauta, consumato da quel dolore, stanco ed invecchiato, tornò finalmente al suo pianeta, dopo aver tracciato la mappa galattica dell'intero universo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Venne accolto con grandi feste ed onori a Papersibirsk, dove le autorità inaugurarono la grande statua che lo ritraeva giovane e forte, lo sguardo fiero, ed il casco da cosmonauta stretto sotto l'ala.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tornò a casa. Ad attenderlo era rimasto il solo fratello più giovane, con la sua famiglia, che nel tempo era diventata prospera e numerosa.<br />
I due si guardarono con tristezza, consci che nulla avrebbe potuto restituire loro il tempo perduto.<br />
Bobol, che nella vita non aveva mai sollevato le zampe palmate dal suolo natio, lo abbracciò come se non fosse mai stato lontano.</div>
<div style="text-align: justify;">
"<i>Nostro padre, per tutta la vita</i>", disse solamente, "<i>ogni sera usciva sul terrazzo a scrutare il cielo per ore, cercandoti tra le stelle, con gli occhi gonfi di lacrime</i>".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il più grande dei dolori pervase il paperonauta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per tutto quel tempo aveva coltivato un rancore cieco verso il generale inflessibile ed egoista, concentrato solamente sulla realizzazione di quel sogno che, a suo tempo, gli era sfuggito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Capì improvvisamente che un padre, è a sua volta un semplice papero come tutti gli altri.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ed anche se lo si immagina infallibile, se si fa di tutto per poter essere alla sua altezza, anche un padre può sbagliare, distrarsi dal suo ruolo di guida e di esempio.<br />
Ma non per questo ama di meno i propri figli.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ivan Ivanovich III uscì all'aria aperta, stupito dalla pressione che le sue zampe esercitavano sul suolo bagnato di pioggia, e dalla leggerezza liberatoria del perdono.</div>
<div style="text-align: justify;">
Guardò in alto, ed agitò un'ala in segno di saluto in direzione della galassia, luminosa come mai.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando muoiono, i paperi, diventano polvere di stelle.</div>
<div style="text-align: justify;">
.</div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-14574668593759455092012-02-07T00:03:00.001+01:002012-02-07T00:27:43.668+01:00Polvere<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quel pomeriggio la terra sotto i miei piedi mi sembrava solo quello che era.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Era un bel giorno di Maggio del 1993, ed avevamo avuto il permesso dai nostri genitori di portare fuori quel cagnolino schizzato di Tobias a fare una lunga passeggiata lungo il fiume.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La nonna di Daniel aveva preparato per noi uno zainetto pieno di cose da mangiare, c'erano panini con mortadella e formaggio, yoyo al cioccolato, mandarini e bottigliette di coca cola e sprite.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Oltre a noi c'erano le due cuginette di Daniel, Lia e Carmen.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Lia e Carmen si somigliavano moltissimo, con dei bei riccioli lunghi. </span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Spesso le confondevo, perché le vedevo molto di rado, venivano al mare solo per pochi weekend.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Non ricordo da che città venissero, ma ricordo perfettamente che abitavano in Via Chopin. Non so perché questo particolare mi sia rimasto impresso dopo tutti questi anni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Io ero il più grande della spedizione, ma Daniel, più piccolo di me di due anni, era il vero leader di tutti i nostri giochi. Era spericolato, e sempre pieno di idee, mi soverchiava in tutto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Le cuginette stravedevano per lui.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Io gli stavo dietro, perché da piccolo sono sempre stato un po' timido e pauroso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Si partiva dal mare, e, passando sotto un vecchio ponticello, si poteva percorrere per parecchi chilometri il fiumiciattolo su un sentiero abbastanza agevole, fino ad un prato dove la gente portava i cani a giocare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Tobias era uno di quei cagnolini un po' insulsi, che abbaiava a chiunque con quel suo aspetto ridicolo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Daniel lanciava una pallina da tennis e quello correva velocissimo a recuperarla, buttandosi tra le erbacce e nell'acqua bassa del torrente. Poi, tutto infangato correva a strusciarsi contro di noi, imbrattandoci.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il sole era piacevole, ed io, dodicenne con gli occhialoni, ascoltavo estasiato Lia (o Carmen?), la più piccola delle due, che avrà avuto dieci anni, raccontarmi che quella era la prima volta che usciva da sola.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Forse mi ero innamorato. La sera, a letto, nelle settimane seguenti, provavo ad impostare i sogni prima di addormentarmi, in maniera tale da ripercorrerli e viverli nel sonno. Io ero il principe John, e Lia era la principessa Elizabeth, di questo sono sicuro, ma non ricordo più come proseguisse la storia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quel giorno al pratone non c'era nessuno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Daniel mise subito i piedi in acqua, camminando agile tra i sassi viscidi, fino a raggiungere la cascatella.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Avrei voluto anche io, ma la sola idea di bagnarmi il pollice di un piede mi faceva pensare agli sberloni che mia mamma sicuramente mi avrebbe rifilato, se fossi tornato a casa con i jeans bagnati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mia mamma era una di quelle che ti infila sempre la mano nella schiena per vedere se sei sudato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mettemmo giù i teli per il picnic. Le ragazze prepararono tutto con grande entusiasmo, incredule di poter trasformare le centinaia di thé e biscottini coi bambolotti in un vero picnic da adulti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Eravamo liberi, </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">per la prima volta nella nostra vita </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">senza il controllo a vista dei genitori.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mangiammo i panini e gli yoyo, ed ognuno di noi raccontò storie mai vissute. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Per farmi bello, raccontai la mia storia d'amore inventata nella vacanza dell'estate prima, all'isola di Stromboli. Anche questo lo ricordo bene, chissà perché.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Poi facemmo un po' di tiri a fresbee, uno di quelli molli con le facce da mostro, che non andava mai nella direzione desiderata. Tobias lo intercettava sempre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Sulla via del rientro, io e Daniel progettammo giochi e avventure.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">In vista del ponticello decidemmo di fare "a chi arriva primo" fin lì.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Pronti! Via! </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma dopo pochi metri Tobias mi agguantò una gamba, mordendo con ferocia l'orlo dei jeans.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E non c'era modo di staccarlo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Loro ridevano, ma io ero terrorizzato da quel cagnetto coi denti appuntiti che mi lacerava i pantaloni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">L'unica soluzione fu togliermi i jeans, rimasi in mutande. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Daniel, Lia e Carmen, si sbellicavano dalle risate ed io ero rosso di rabbia e di vergogna.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il più grande, preso in giro, umiliato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Daniel con un'abile mossa riuscì a distrarre Tobias ed a liberare i miei poveri pantaloni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Me li ri-infilai di corsa, e ricordo perfettamente la sensazione di non riuscire a trattenere il pianto. Ma non potevo piangere. Eppure loro si accorgevano che stavo piagnucolando.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">"Piangi?".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quel giorno di sole del 1993 la terra mi sembrava solamente quello che era.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">A questo pensavo in una calda mattina d'autunno di quindici anni dopo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Accompagnando impotente gli ultimi metri di Daniel, in un silenzio irreale interrotto solo da lievi soffi di vento tra gli alberi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ai giochi, alle corse, ai sogni, ai bisticci davanti al commodore 64.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Al nulla che lo aspettava, alla pura e semplice terra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">.</span></div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-31458159435426576452012-01-20T00:35:00.000+01:002012-01-20T00:40:07.425+01:00Le città parlano<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">C'é un paio di scarpe che mi piacciono moltissimo in un negozio di piazza Unione Sovietica.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Sono marrone scuro, lucide, lacci sottili, senza ghirigori.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">La prima volta che le ho viste costavano duecentodieci euro. Poi sono calate a centocinquanta, ed ora alla fine dei saldi sono scese a centodieci, ed ho proprio deciso di comprarle.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Mi emoziono sempre quando devo spiegare cosa voglio ad una commessa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Indico le scarpe con la mano tremante, e le parole come ogni volta mi si ricacciano in gola.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">"Testa di moro", dice lei. Ed io approvo, mentre lei mi passa il calzascarpe e me le fa provare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Non posso credere di averle ai piedi, sono davvero scarpe magnifiche.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Estraggo la mia carta di credito, nuova, fiammante, pago, ed esco felice dal negozio con le preziose "testa di moro" riempite di carta appallottolata ed inguainate in un elegante sacchetto di tela.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Mi ha fatto un gran bene trasferirmi qui, anche se la mamma non voleva. E' sempre stata molto protettiva nei miei confronti, ma questo lavoro era un occasione d'oro per me. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">La città è bella, e grande, e mi perdo continuamente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Qui non è come a casa: le strade sono gigantesche, il freddo è più freddo, rigido, fermo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Non come quel vento di mare che fa cascare le orecchie. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Io e papà pescavamo, anche quando c'era vento, lui mi faceva mettere la calotta e gli stivali di gomma, e mi sentivo bene.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Papà sarebbe orgoglioso di me, se sapesse quanto sono bravo al lavoro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Ho una grande scrivania, ed un computer portatile molto moderno. Ho un biglietto da visita di una importante Compagnia, ed il mio titolo è altisonante: "Attuario Junior".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">La Compagnia ha un palazzo tutto suo nel centro della città, con enormi corridoi ed un sacco di dipendenti indaffarati. Le porte sono arancioni, e tutti i piani sono colorati in maniera diversa, e ci si dà tutti del tu, anche con i super capi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">L'attuario è un lavoro misterioso e per questo mi piace. In pratica grazie alla mia bravura con la matematica interpreto gli eventi del mondo e li trasformo in statistiche, che poi la Compagnia utilizza per decidere quanto farsi pagare dai suoi clienti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">E' un po' come predire il futuro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Ogni giorno faccio lunghe passeggiate.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Penso ad una parola, ad esempio "Amore" o "Solitudine", e percorro le strade ed i vicoli seguendo la forma delle lettere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Ogni parola genera un suo itinerario, la cui ultima lettera deve ricondurmi inevitabilmente a casa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Se mi poteste seguire dall'altro vedreste giganti parole comporsi con i miei passi.
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">E' un bel modo di esplorare la città. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Ripeto gli itinerari che mi piacciono di più: ad esempio "Mistero", o quello divertente "ZigZag".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Durante il cammino guardo le vetrine, e soprattutto le ragazze. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Qui ci sono ragazze bellissime, ben vestite, con i loro stivali ed i loro cappellini. </span><span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">A volte mi fermo e cerco di darmi un'aria interessante, oppure provo ad incrociare lo sguardo con una di loro che mi colpisce particolarmente: ma è proprio quello il momento in cui il mio tic diventa più forte ed incontrollabile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Al lavoro nessuno me lo fa pesare, ma per strada o sulla metropolitana la gente tende a guardarmi con diffidenza, e questo mi dispiace moltissimo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Non posso farci niente: la dottoressa dice che devo imparare a convivere con i miei tic. Ma lei non sa cosa vuol dire avere un tic ventiquattr'ore su ventiquattro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Mi piacerebbe molto avere una ragazza, bella come la dottoressa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Non ho mai avuto una ragazza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Il mio amico Marco mi dice che non mi perdo molto, che le ragazze creano solo problemi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Lui ha avuto delle ragazze ed ogni tanto mi racconta che era innamorato di una in particolare che però non lo ama più, ed anzi, non si ricorda neanche più di lui.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Marco lavora alla Compagnia da qualche anno, ma ho paura che non durerà molto: alcuni giorni arriva in ufficio tutto trasandato e che puzza di alcool.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Sta quasi tutto il tempo da solo a disintegrarsi con il vino a parte quando ci sono le partite di calcio. Lui ama le partite di calcio di tutte le squadre, e quando c'è la Champions League io vado da lui e passiamo la serata sul suo divano a goderci le partite. </span><br />
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">La mia squadra preferita è il Barcellona, che anche a lui piace, ma ci gode quando perde perché sono troppo forti. </span><br />
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Il mio calciatore preferito è Leo Messi, mentre il suo è Zvonimir Boban, che però non gioca più.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Ogni tanto usciamo anche, lui invita alcune colleghe carine e mi porta con loro a fare l'aperitivo, che è una sorta di enorme buffet pazzesco, dove non puoi non ingozzarti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Mi piacerebbe anche essere brillante come lui, le ragazze lo ascoltano e scherzano e fanno le oche.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Però poi una delle volte che eravamo sul divano a vedere le partite, aveva bevuto un sacco ed ha detto che avrebbe voglia di uccidersi, ed allora da quel giorno ho una gran paura che Marco si uccida, perché in effetti rimarrei solo, e poi perché lui, in fondo, è un brav'uomo e mi fa un po' pena.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Questo è l'inizio della storia: mi trovo qui, in una città nuova, per la prima volta da solo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">E' come un grande mare: cammino e scrivo storie con i miei passi sui marciapiedi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Mia mamma al paese è preoccupata. Ma in fondo è felice per me, perché a scuola, al liceo, all'università, io ero sempre scartato, sempre diverso, sempre solo, per i miei tic, per la mia malattia, e per la mia bravura con i numeri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Ed io non sono cattivo, e non sono neanche vendicativo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Ma ho perso sempre, ed ora voglio che arrivi il momento in cui, anche io, qualche volta vinco.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">.</span></div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-29536831292555679192011-12-23T01:20:00.002+01:002011-12-26T21:12:00.830+01:00Addio alle armi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Non c'è niente di più soave e malinconico al mondo del suono di un violino.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La voce dello strumento è come il canto di una sirena, mi ipnotizza e mi riporta a casa, al caldo, con Valentina. </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Chiudo gli occhi, e posso sentire le sue mani passare dolcemente tra i miei capelli, ed il profumo inconfondibile della sua pelle.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Siamo fermi qui da un paio di giorni, accampati come bestie, in attesa di ordini dai piani alti. </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Fa molto freddo, ed il tempo sembra andare al rallentatore. I nostri gesti sono robotici e ripetitivi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mersault non fa altro che smontare e rimontare la carabina, e tenere puliti gli stivali dal nevischio fangoso. Ma è un'impresa impossibile, gli bastano pochi passi per affondare di nuovo fino alle caviglie. </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Sono molto preoccupato per lui, non riesco più a distrarlo in alcun modo. </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">So bene che l'unico modo per rimanere umani in questo massacro è tenersi su, pensare ad altro, ridere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Un tempo alla sera, ci radunavamo intorno al fuoco, e Mersault raccontava a tutti noi le sue bellissime storie. </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Inventava storie davvero avvincenti, che spesso ci facevano sospirare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">A volte i personaggi erano così ben descritti da sembrare veri, non semplici fantasmi di storie mai scritte. </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Per tutto il giorno, durante le interminabili marce, preparava quei racconti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Poi venne l'inverno, e l'assalto al paese, il giorno che ci tesero l'imboscata. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Molti di noi morirono, e Mersault smise di raccontare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Forse, pensammo, il nostro amico non era pronto ad accettare tanta realtà.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">I miei stivali, invece, sono un disastro. E la barba punge.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma non ho acqua calda, e nessuna intenzione di radermi a secco con questi rasoi arrugginiti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Vorrei tanto capire da dove proviene questo violino. Il misterioso suonatore sta percorrendo un magnifico adagio di Tomaso Albinoni, non credo si tratti di un violinista di strada.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi aggiro per le vie silenziose, ed in certi momenti mi sembra di essere molto vicino alla musica, ma mi sbaglio, perché di nuovo appare lontanissima.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mersault avrebbe detto che si tratta di uno spirito condannato a vagare nelle tenebre, e che, una sola notte all'anno, nella ricorrenza della morte della sua amata, gli animi sensibili possano sentirne in lontananza il lamento. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Un lamento che -dicono- appare come il suono di un violino.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La neve inizia a cadere più forte, e cala il silenzio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">I miei passi scompaiono poco dopo essersi impressi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mersault si sarebbe sbagliato, forse il fantasma sono proprio io.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il mattino seguente ci svegliamo in un mondo completamente bianco.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il sottoufficiale dallo sguardo stanco ci comunica l'ordine del giorno, che prevede un lungo spostamento a piedi fino alla provincia, teatro nei giorni precedenti di scontri feroci, ed ora ripulita quasi definitivamente dalla prima linea.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Cedo alla tentazione di guardare il mio riflesso in un vetro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Non devo farlo, davanti a me c'è un vecchio. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La mia gioventù è svanita per sempre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi passo la mano sul volto: quel ragazzo che quattro anni prima era pieno di energia, di entusiasmo, non c'è più. Oggi tornerò nella mia città dopo tanto tempo, sapendo che nessuna cosa è rimasta come l'ho lasciata, soprattutto dentro di me.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mersault mi osserva, assorto. Percepisce il mio dolore e mi indica con la mano rossa e dolente un punto sulle montagne davanti a noi, dove un rivolo d'acqua scorre attraverso il fango ed il ghiaccio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Una calma inattesa mi pervade, imbraccio la carabina e mi metto lentamente in marcia insieme agli altri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E' notte, e la mia città è deserta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La prima linea si è spostata di alcune decine di chilometri verso il mare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Nessuna traccia dei violenti scontri, dei subdoli cecchini, e della morte agli angoli delle strade.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Semplicemente un luogo assopito e privo di vita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Tutti dormono ed io sfrutto il mio turno di ronda per vagabondare per strade che conosco a menadito, alla ricerca dei miei luoghi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Passeggio lentamente incrociando solo poche anime, e nel profondo del cuore spero di incontrare la donna che amo, come in un romanzo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma la verità è che non mi riconoscerebbe, perché io non sono più io, e lei chissà dov'è, con chi, e quanto è cambiata in questa eternità.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Arrivo quasi inconsciamente sotto casa sua, e guardo la finestra buia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Resto lì, paralizzato, per un tempo lunghissimo, indeciso sul da farsi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Una parte di me vorrebbe lanciare un sassolino contro il vetro, per destarla dal suo sonno leggero.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">L'altra parte invece torna alla visione dello specchio, all'uomo anziano e spettrale, sfinito, diverso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">"<i>Forse non abita più qui</i>", mi dico. Ma so che non è così, ne sento la presenza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ed esserle così vicino mi strazia il cuore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il risveglio è pessimo. Un colpo di coda del nemico ha messo tutti in allerta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Sono di certo gli ultimi giorni di guerra, ma la morte è ancora in agguato, ogni giorno cammina al nostro fianco e colpisce casualmente, senza un ordine preciso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Dobbiamo ripiegare velocemente, ed a passo spedito percorriamo le strade della città a ritroso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Molti anni fa, camminavo su questo acciottolato con lo zaino in spalla, ugualmente svelto, diretto a tutta velocità verso un futuro radioso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">I suoni della guerra alle nostre spalle si fanno sempre più vicini e minacciosi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Di nuovo al punto di partenza, seconda linea.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ci hanno detto che potremmo essere chiamati a supportare il contrattacco entro pochi giorni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E' necessario che il fucile sia in ordine, pronto all'uso, e mi ritrovo quasi maniacalmente a pulire la canna, a controllare il caricatore, a lubrificare le parti meccaniche.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi racconto del ritorno a casa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Di Valentina che mi riconosce, e che passeggia insieme a me, ed io la faccio ridere con l'allegria di un tempo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Invento di un giorno in cui mi permetterà di giocare con il suo ombelico.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Non voglio proprio morire, questo lo so.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E non voglio neppure che i miei amici muoiano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Li osservo: uomini sfiniti e demotivati, ed in loro percepisco la perfezione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Osservo Mersault, serenamente addormentato, nel suo leggero russare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E sebbene tutto sembri irrimediabilmente perso, la gioventù, l'amore, mi guardo intorno, e resto fulminato dalla luce che pervade ogni cosa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">.</span></div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-18929197277607713502011-12-11T15:57:00.000+01:002011-12-18T15:21:30.463+01:00Šostakovič<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Prova a rannicchiarsi per proteggersi dai calci, ma quelli arrivano, implacabili.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Colpiscono con furia, e lui sente scricchiolare ossa che neppure immaginava di avere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Schiaccia il volto a terra in una maschera di dolore e lacrime.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Nello stanzino, gli aguzzini gli ricordano che il corpo umano è fragile, malleabile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Saranno almeno due ore che sono sveglio.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Posso iniziare a bere senza sentirmi in colpa.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Deduce che fuori ci sia la neve attraverso il pallore lunare della stanza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Mi piace la neve.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Ma la neve è il segnale che devo muovermi.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">L'unica cosa al mondo che gli interessa è Camilla.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quando sorride, attraverso gli occhi belli, dietro la chioma selvaggia di riccioli biondi, la sua anima si scioglie. </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Lei è la sua casa, la sua redenzione, ma v</span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">ederla è sempre più difficile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>E poi non voglio quando puzzo di vino. Sempre.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E' da molto tempo che pianifica il furto: sa bene che non ci sono altre soluzioni, che comunque non avrebbe trovato abbastanza soldi in tempo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il piano è molto semplice: entrare, prelevare, uscire. </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Senza divagazioni, senza alzare la testa, come se fosse la cosa più normale di questo mondo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Cazzo, non ci si improvvisa così a quarant'anni.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Gli zingari iniziano ad otto nove anni, sono lesti, invisibili.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Lui, invece, ha l'impressione di avere un neon in testa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Un cartellone pubblicitario del tipo "<i>ehi, gente! guardate qui che schifo fa quest'uomo</i>".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Comunque, la decisione era presa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Camilla amore mio.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>A Gennaio io mi dissolverò come cenere. </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Ma voglio che tu possa sorridere una volta per merito mio.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>In fondo io sono già sparito, io non esisto.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Si esiste solo se si è importanti per qualcuno.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Ma per tutto il viaggio, mi basterà quel tuo sorriso.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Portarlo con me nel gorgo.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Fa la doccia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E' come se migliaia di spilli ghiacciati gli perforassero il corpo e si sente immediatamente più vigile, pronto all'azione. </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Beve solo alcuni bicchieri per bloccare i tremori e concentrarsi sull'azione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La città brulica di attività. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">I negozi sono immensi alveari schizofrenici.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Le ragazze per strada hanno la gonna, le gambe colorate, e dei begli stivali. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Vanno a passo svelto cariche di buste, felici nei loro cappotti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Entra nel grande negozio e finge di interessarsi alle cose come un comune avventore; soppesa oggetti, poi passa oltre. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Infine, con un po' di impazienza, passa all'azione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il gesto è ordinario, fino alla barriera fisica ed immaginaria tra il lecito e l'illecito.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La oltrepassa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Una voce: "<i>signore, scusi</i>".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Fa finta di niente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ancora quella voce: "<i>signore, prego, di qui!</i>".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Aumenta il passo, che in pochi metri diventa corsa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>E' fatta</i>. <i>Ce l'ho fatta</i>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Un raro entusiasmo gli monta dentro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Qualcosa si frappone: un ostacolo invisibile che lo solleva da terra scaraventandolo violentemente al suolo, privo di respiro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>E' così che cadiamo.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">In mezzo agli occhi increduli e disgustati dei passanti, due uomini vestiti con eleganza dozzinale, dicono "<i>portiamolo nello stanzino</i>".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>E' così che cadiamo.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il suo volto si riga di lacrime</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">mentre gli viene strappato via dalle mani il giocattolo più bello</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">mentre nel grande magazzino risuona una suite jazz di Šostakovič, </span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">e l'universo abbruttito e nero si ripiega su stesso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">.</span></div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-47609542021418643052011-11-30T23:26:00.001+01:002011-12-18T15:29:18.281+01:00Espiazione<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Avrebbe potuto camminare in eterno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mentre camminava non pensava alla morte, e si dimenticava di respirare: per una volta, inspirava ed espirava inconsciamente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Di norma sentiva il cuore battere all'impazzata, sopraffatto da un'ansia perenne. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Soprattutto quando sapeva di dover incontrare persone, per quell'inevitabile necessità di non seppellirsi nella propria tomba di solitudine, apparendo ogni tanto sorridente al mondo, come uno splendido fantasma rasato di fresco e profumato di acqua di colonia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma anche nell'accoglienza del silenzio casalingo, non poteva non pensare alla fragilità del suo corpo, delle sue gambe e delle sue braccia. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Essere ossessionati dalla morte è una condanna in vita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Pioveva.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il pensiero di mettersi al riparo lo sfiorò, ma solo per un attimo: era necessario prestare massima attenzione ai passi, poiché il terreno diventava fangoso molto velocemente, e la strada era ancora lunga.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Sapeva che sarebbe tornato a casa zuppo, e che Giulia lo attendeva con i bambini.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Si guardò le mani e con orrore notò che apparivano cosparse di profondi tagli inesistenti, le linee della vita, una ferita per ogni volta che aveva allungato uno schiaffo ad uno di loro, abbruttito dalla cecità violenta dell'alcool.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Giulia mangiava e vomitava. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quando lui ottusamente ostacolava i suoi propositi, lei gli diceva, colma di rabbia e di dolore: <i>tu bastardo non puoi capire cosa si prova. Il dolore mostruoso, il tuo corpo che deve assolutamente liberarsi, al punto da non riuscire a trattenere neanche uno spillo di quello che ha dentro.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E più lei vomitava, più lui si abbruttiva, imprigionandosi volontariamente nell'angusto stanzino colmo di libri, nel quale la montagna di bottiglie vuote si univa all'odore rancido del male che aveva impregnato le pareti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Entrambi facevano orribili sogni inconfessabili: membra sconvolte dalle lamiere, e corpi ancora coscienti trafitti nell'ultimo spasmo di vita, intenti a chiedere perdono.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La pioggia si era fatta più forte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Sentì il bisogno del vino rosso scorrergli nella gola, raschiargli l'anima ed il dolore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Si voltò, e vide i suoi passi impressi nel fango. </span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma il fango, invece di appesantire il suo ritmo, gli diede vigore. </span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La pioggia e gli alberi gli narravano il tempo immobile che lui non avrebbe mai potuto condividere, quel trascorrere così lento da apparire eterno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Voltatosi nuovamente percepì quanta strada aveva percorso, e per l'ennesima volta notò la profondità dei suoi passi sul terreno. Avrebbe potuto ripercorrerli uno per uno, spurgando le tossine del male, tentando di liberarsi dai demoni che aveva collezionato ed accolto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma davanti a lui apparivano nitide le prime luci della città, avvolta nel silenzio del temporale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Non vedeva il palazzo, ma poteva immaginare il volto esile di Giulia, i suoi capelli dolenti, la sua pelle tesa ed ingiallita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Decise che avrebbe camminato in eterno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Decise che li amava più di ogni altra cosa al mondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">.</span></div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-28769553.post-41024042778084154642011-11-21T20:47:00.001+01:002011-12-18T15:56:53.338+01:00L'Enfer des Enfers<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quando il mare infuria, cioè sempre, c'è da impazzire.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Le onde sbattono contro le pareti del faro, facendolo tremare come fosse una baracca di fango, e non un possente manufatto umano, tirato su col sangue da braccia forti e impavide.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quando un'onda particolarmente forte si abbatte ho la sensazione che quello sia il mio ultimo respiro, lo trattengo e, pur avendo imparato a domare il terrore, resto paralizzato per attimi eterni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Prego molto Dio ad alta voce, ora che sono solo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">A volte ho la sensazione che sia l'Onnipotente stesso a parlarmi, a rimproverarmi per l'accidia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Prima che mia moglie decidesse definitivamente di partire con il traghetto mensile dei viveri, ho avuto più volte il desiderio incontrollabile di ucciderla. Ricordo una notte, reso folle dalla sirena antinebbia, di aver impugnato un coltellaccio con la ferma intenzione di scendere da basso e sgozzarla, come se fosse stata lei a gridare e non quel dannato altoparlante in cima al faro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Sono contento che se ne sia andata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Adesso ascolto il Signore che mi parla, e lo contemplo, ammirando la grandezza del Suo disegno.</span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Nessuno può avere la percezione reale della Sua furia, quanto me, un misero custode di un faro del mare del nord.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Nei giorni di bonaccia faccio lavoretti di manutenzione, e la sera esco in cima alla torre, ad osservare i magnifici bastimenti incrociare, salvi -anche- grazie alla mia luce.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ogni bellissima nave che doppia questo capo infernale mi dona un po' di redenzione, mi aiuta a scontare su questo scoglio un po' della mia turpitudine.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Spesso per giorni non mi è concesso uscire, perché in questo tratto di mare, in cui confluiscono tutti i venti e le correnti del mondo, i frangenti riescono ad arrivare fin oltre la cima del faro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Per sopravvivere a questa inevitabile noia ho iniziato a scrivere un libro che non finirò mai, perché non ha una vera e propria trama. </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Racconta la storia di uno scrittore che immagina me, e narra giorno per giorno le mie attività, come un diario in terza persona, o una biografia. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Lo scrittore non può e non vuole uscire di casa perché è terrorizzato, e si sente al sicuro solamente nella sua stanza, senza mai incontrare nessuno. Vive da recluso, come un eremita, ricevendo una volta a settimana un'anziana donna delle pulizie che gli porta del cibo, lava i pochi panni, e rimuove svogliatamente un po' della polvere che -oramai- ha trionfato in quell'ambiente chiuso e malsano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">L'unico momento di evasione da una vita da scarafaggio che gli è concesso è quello in cui può descrivere la libertà di un uomo recluso in un faro sperduto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Io. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">A mio modo prigioniero nella più infernale e solitaria delle carceri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Eppure tra me e lui esiste una differenza fondamentale: il fascio di luce che emana pochi metri sopra di me.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Una luce bianca così potente, da essere visibile a decine di miglia di distanza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Una volta ogni dieci secondi, come un occhio che si apre e si chiude, incredulo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E se il mondo dovesse spegnersi improvvisamente, in tutto l'universo si potrebbe vedere, per anni, questa luce accendersi e spegnersi con drammatica regolarità. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Finché il gasolio dura, come una stella morente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Siamo quindi legati a doppio filo, io e lo scrittore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Lui vive solo grazie alle mie pagine, ed è libero solamente grazie alla luce sulla quale veglio costantemente, ed io d'altra parte perderei il senno se lui non esistesse, a riempire le mie giornate, scandite solo dal regolare rombo del mare in tempesta, e dal suono ammorbante della mostruosa sirena antinebbia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La nostra amicizia è il dono più gradito che potessi ricevere in questa esistenza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quando un'onda particolarmente forte rovescia il mio bicchiere di liquore, io rido, ed anche lo scrittore ride, immaginando e descrivendo la scena -comica, grottesca- di un uomo che solleva il bicchiere rovesciato, ed in tutta fretta prova a sfruttare l'istante di pace della risacca.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Tutto questo non durerà in eterno, anche se lo vorrei. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Perché so che questo è l'unico luogo al mondo dove io possa guadagnarmi il perdono, ed ascoltare la voce furente di Dio, che mi parla tutto il tempo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Qualche giorno fa, all'ultimo approvvigionamento, il comandante mi ha portato la notizia che entro un mese dovrò rientrare sulla terraferma: il faro verrà automatizzato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Non mi troveranno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Proprio in questo istante sento la voce dell'Onnipotente pronunciare il mio nome rombando.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Domattina è giorno di pulizie in casa dello scrittore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">L'anziana signora percorrerà l'angusto corridoio come di consueto, e troverà solo la polvere, a coprire come un sudario gli oggetti della stanza, in un luogo senza vita, senza tempo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">.</span></div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0