22 agosto 2007

Aggiornamenti meteoritici dallo spazio [parte II]

L'astronave Fi@t viaggia pacifica nello spazio.
Il Maresciallo Tito si accende una sigaretta e pilota silenzioso. Credo di essere uno dei pochi viaggiatori galattici la cui astronave viene pilotata da un animale domestico. Vabbè che il Maresciallo Tito non è un cane qualunque, essendo in grado di parlare correntemente circa duecento dialetti spaziali, in possesso di sei lauree conseguite all'università canina del pianeta Blood-Hound, eccetera eccetera.
Io credo che piloti per pena nei miei confronti. O che si sia stufato di essere trattato da cervellone ed abbia voglia di fare un po' di vita da cani.
In effetti non ce la stiamo passando benissimo. L'autorizzazione per avviare la mia compagnia assicurativa non è ancora arrivata, e le idee per tirare avanti cominciano a scarseggiare.
Abbiamo vagato un po' a caso, e siamo finiti nella fase filosofica, ciò non ci aiuta ad essere più pragmatici. Ma il mio cibo in scatola va ad esaurimento e così il fois-gras del Maresciallo.
Ho mandato un piccione a reazione nucleare al mio alterego robotico per ottenere qualche consiglio, ma quel bastardo si è così calato nel "mio personaggio" che per fare qualunque cosa, compreso rispondere ad un messaggio, deve attendere il momento dell'ineluttabile.
La Guida Galattica Per Autostoppisti descrive il momento dell'ineluttabile come quel momento in cui non è più possibile procrastinare un'attività più volte procrastinata senza subire conseguenze infelici. Questa felice definizione si collega alla teoria economica della "pigrizia produttiva", secondo la quale un'incombenza fatta nel "momento dell'ineluttabile" viene conclusa in un tempo sicuramente inferiore a quello richiesto normalmente per realizzare quella determinata azione, lasciando ulteriore tempo libero per oziare in attesa del successivo ineluttabile. Diverse correnti filosofiche-lavoristiche hanno adottato questa teoria, arrivando a teorizzare un ineluttabile-eluttabile, che la Guida Galattica descrive brevemente con la frase "avrei dovuto ma ormai è troppo tardi".

Tralasciando le mie consuete parentesi definitorie il momento di difficoltà persiste.
Mi manca anche un po' la vecchia terra, e mi piacerebbe farci un salto, magari prima della sua distruzione avvenuta il 31 Dicembre 2006. Ciò è possibile mediante astronavi utilitarie modellate a forma di Sharpei che sono in grado di viaggiare attraverso le pieghe pelose dello spazio tempo.
Farei volentieri una capatina al 1996 terrestre per andare a salutare alcuni amici, i miei compagni di scuola, la mia amata compagna di banco, e magari mi tratterei per l'estate a rivedere un po' la vita di quegli anni là.

Mannaggia alla fase filosofica, servono benzina, sigarette e quant'altro.
Sulla terra a quest'ora è giorno.
Qua è notte. Ma d'altronde nello spazio è sempre notte.

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