Nello spazio la vita non è affatto facile.
Innanzitutto il cane ti piscia nell'astronave, mica lo puoi portare fuori a fare bisognini.
E se anche lo facessi comunque si defecherebbe dentro la tuta spaziale.
L'immensità dell'universo, a volte, può far sentire soli: un animale domestico ci vuole!
Ed io ne ho uno.
Non posso dire che sia propriamente un cane. Ha le fattezze di un cane di stazza medio grande, espleta tutte le funzioni canine, ma ha una perenne ed insaziabile voglia di accoppiarsi, sa giocare perfettamente a scacchi [ma non ama perdere], se ne intende di filosofia contemporanea, e adora fumare la pipa. L'ho trovato sul pianeta blood-hound, nella galassia del cane-randagio: ci siamo piaciuti a vicenda; l'ho chiamato Maresciallo Tito.
Qualche sera fa eravamo seduti nell'ameno salottino della mia astronave FI@T, velivolo proletario tra i più venduti della galassia [per il momento ho dovuto accontentarmi, ma se la mia impresa di assicurazioni dovesse avviarsi potrei optare per una grintosa Alfa Centauri Romeo].
Vabbé eravamo lì, piacevolmente seduti a sorseggiare dell'ottimo gotto esplosivo pangalattico quando il Maresciallo Tito mi ha sussurrato: "amico mio, mi sento così solo ed inutile, qual'é il senso di tutto ciò?".
La mia mente è andata dritta verso il mio fido compagno canino sulla terra, il mio amato Pablito. Per essere felice a Pablito bastavano delle piccole cose: prima di tutto delle mutande usate da rubare [dallo stendipanni o dalla cesta] e masticare, secondariamente il cambio delle lenzuola. Non poteva resistere al fascino di un letto appena fatto.
Un tempo pensavo che Pablito fosse stupido.
Poi ho riconsiderato il suo occhio mezzo aperto mentre stravaccato sul mio letto mi osservava vestirmi per andare a scuola, e poi all'università, e poi al lavoro.
E il suo bere costantemente dalla tazza del water senza averne disgusto [perché aprire un rubinetto quando l'acqua è già lì pronta a disposizione? Per di più molto più saporita].
Insomma ho consigliato al Maresciallo Tito: "fai un salto sulla cornucopia della terra a conoscere Pablito, potrebbe esserti utile per superare questo tuo momento di crisi".
E lui, senza ritegno: "forse è un consiglio che dovresti seguire più tu di me".
"Hai ragione caro Maresciallo Tito, solo oggi scopro che in più di un'occasione avrei voluto essere il mio cane".
Innanzitutto il cane ti piscia nell'astronave, mica lo puoi portare fuori a fare bisognini.
E se anche lo facessi comunque si defecherebbe dentro la tuta spaziale.
L'immensità dell'universo, a volte, può far sentire soli: un animale domestico ci vuole!
Ed io ne ho uno.
Non posso dire che sia propriamente un cane. Ha le fattezze di un cane di stazza medio grande, espleta tutte le funzioni canine, ma ha una perenne ed insaziabile voglia di accoppiarsi, sa giocare perfettamente a scacchi [ma non ama perdere], se ne intende di filosofia contemporanea, e adora fumare la pipa. L'ho trovato sul pianeta blood-hound, nella galassia del cane-randagio: ci siamo piaciuti a vicenda; l'ho chiamato Maresciallo Tito.
Qualche sera fa eravamo seduti nell'ameno salottino della mia astronave FI@T, velivolo proletario tra i più venduti della galassia [per il momento ho dovuto accontentarmi, ma se la mia impresa di assicurazioni dovesse avviarsi potrei optare per una grintosa Alfa Centauri Romeo].
Vabbé eravamo lì, piacevolmente seduti a sorseggiare dell'ottimo gotto esplosivo pangalattico quando il Maresciallo Tito mi ha sussurrato: "amico mio, mi sento così solo ed inutile, qual'é il senso di tutto ciò?".
La mia mente è andata dritta verso il mio fido compagno canino sulla terra, il mio amato Pablito. Per essere felice a Pablito bastavano delle piccole cose: prima di tutto delle mutande usate da rubare [dallo stendipanni o dalla cesta] e masticare, secondariamente il cambio delle lenzuola. Non poteva resistere al fascino di un letto appena fatto.
Un tempo pensavo che Pablito fosse stupido.
Poi ho riconsiderato il suo occhio mezzo aperto mentre stravaccato sul mio letto mi osservava vestirmi per andare a scuola, e poi all'università, e poi al lavoro.
E il suo bere costantemente dalla tazza del water senza averne disgusto [perché aprire un rubinetto quando l'acqua è già lì pronta a disposizione? Per di più molto più saporita].
Insomma ho consigliato al Maresciallo Tito: "fai un salto sulla cornucopia della terra a conoscere Pablito, potrebbe esserti utile per superare questo tuo momento di crisi".
E lui, senza ritegno: "forse è un consiglio che dovresti seguire più tu di me".
"Hai ragione caro Maresciallo Tito, solo oggi scopro che in più di un'occasione avrei voluto essere il mio cane".