30 marzo 2006

Un ipotetico viaggio nel tempo

Questo tizio che conoscevo era un appassionato di blues, quello da bordello di New Orleans degli anni 20, quello da whiskey on the rocks.
Visto che era un tipo interessante, una sera che mi aveva invitato a bere qualcosa da lui, portai anche l'autostoppista galattico che si interessa molto alla varia umanità e prende sempre un sacco di appunti per la guida.
Ci scolammo un'intera bottiglia di whiskey del discount, ascoltando dello splendido blues e chiacchierando del più e del meno. Ad un certo punto registrai vibrazioni quasi bukoswkiane, ma preferii lasciarmi andare al mood della serata e non stetti troppo a pensarci.
L'amico autostoppista galattico parve molto interessato ai racconti del bluesman, ad esempio della volta che aveva sparato ad uno che gli aveva fottuto il parcheggio o quando aveva beccato la sua donna che montava un tizio sul divano di casa e li aveva inseguiti tutti e due per spaccargli la testa con una chiave inglese finché il tizio col cazzo all'aria non non era riuscito ad infilare la porta di casa e dileguarsi.
Insomma ne aveva di cose assurde da raccontare, per lo più credo fossero balle, ma se raccontate con stile anche le balle possono diventare piacevoli.
Alle due passate decisi di trascinare l'autostoppista recalcitrante e sbronzo fino a casa. Appena usciti di lì ci sembrò di essere riemersi da un viaggio nel passato.
Accesi meccanicamente una sigaretta per fumare via tutte le riflessioni e godermi al meglio l'aria frizzante della notte di primavera.
"Sarebbe stato fico vivere in quegli anni là".
"Se fai il bravo ti ci porterò un giorno di questi, ma ricordati di pensare quadrimensionalmente".
"Ah già cazzo".

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