01 giugno 2010

I treni all'alba

Il capotreno fuma una sigaretta sulla banchina, dando un’occhiata svogliata all’orologio.
Le carrozze coperte di brina sono quasi tutte vuote, solo qualche sonnolento passeggero sfoglia le pagine rosa del quotidiano sportivo. Tra poco il treno ripartirà, scrollandosi di dosso la brina della lunga notte, le centinaia di chilometri divorati nel buio.
Il macchinista si affaccia al finestrino, un fazzoletto sventola sul marciapiede come segnale convenzionale.

Papà nella divisa blu delle ferrovie. Dal distributore bordeaux mi comprava il wafer Bovolino coperto di cioccolato, mia mamma non voleva. Poi stavo con lui nella stazione merci, a guardare gli scatoloni enormi chiusi con lo spago e i piombini, a giocare coi timbri ed i registri ferroviari pesanti e impolverati.

Vorrei essere come i treni all’alba, che si immergono nella luce nascente del giorno nuovo, e scompaiono dalla vista nel riflesso del sole sulle rotaie.

Forse invece i nostri sogni sono i treni che non abbiamo preso.
I nomi dei posti sconosciuti che papà scandiva con voce forte nell’altoparlante.
I luoghi dove i treni non fermano mai.

.

Nessun commento:

Lettori fissi