11 gennaio 2010

Le mirabolanti avventure di Pataton il gatto

Volo! Dice Pataton il gatto, ritto sulla balaustra del ponte più alto della nave.
La brezza salina gli schiaffeggia i baffi belli, mentre decine di metri più in basso le onde di un mare immenso avvolgono dolcemente la murata della Prosperity.

Pataton è un gatto importante e rispettato a bordo, incubo dei topastri a caccia di delizie tra la stiva e i container.

Il marinaio cuoco, un omone dalle mani enormi e dalla voce tonante, ha addosso tutti i profumi del mondo: il mare, il fuoco, la zuppa, il sugo. Alla fine del rancio, pulisce i piatti della ciurma e ne raccoglie il consueto sontuoso banchetto di Pataton.

Un gatto cacciatore, d’altronde, merita di avere la pancia piena, dopo gli estenuanti inseguimenti negli angusti e umidi corridoi della gigantesca nave portacontainer.

Tra poche ore la Prosperity arriverà al porto libico di Marsa El Brega, dove spaventose braccia meccaniche, per ore ed ore, libereranno il ponte dall’ingombrante carico.
Pataton non vede l’ora di bighellonare per le strade della città, a caccia di miciotte affascinate dal suo scompigliato pelo salino, e dalle appassionanti avventure marine che nessun altro gatto al mondo sa raccontare come lui.

Una volta, anni prima, in un lontano porto della Patagonia, il nero gattone dall’occhio di ghiaccio conobbe una gattina davvero affascinante, quasi una tigrotta! , e se ne innamorò perdutamente. Scorazzarono insieme per la piccola città per due giorni e due notti, e si scambiarono promesse d’amore alla luce della stupenda luna del sud del mondo.

Ma, quando la nave aveva già i motori accesi, e si apprestava a salpare, Pataton sentì l’incontrollabile richiamo del mare e dell’avventura. Silenzioso, uscì dalla cuccia di fortuna fatta di reti da pesca abbandonate, lanciò un ultimo sguardo alla sua amata tigrotta addormentata, e corse via come il vento.

Quella notte l'oceano spazzò il ponte come mai aveva visto prima. Onde alte come palazzi inghiottivano la nave per poi sputarla fuori come se fosse una minuscola lisca di pesce ingoiata per sbaglio. Pataton pensò alla sua tigrotta abbandonata, risvegliatasi sola e turlupinata dalle sue promesse, e si sentì triste: salì in coperta nella notte burrascosa, e promise alla luna che non si sarebbe innamorato mai più.

Perché Pataton è un gatto di mare, e il gatto di mare è fatto per essere solo, sempre in viaggio da una parte all’altra del mondo, con i baffi spazzati dalla brezza marina, il pelo salino, amico di uomini barbuti e dalle mani forti, libero come un gabbiano o un balenottero nell’oceano.

Ogni tanto il marinaio cuoco dalla voce tonante gli dice “un giorno, quando saremo stanchi, verrai a casa con me a Novosibirsk”. Pataton fa le fusa, inarca la schiena e si fa carezzare, lasciando credere all’omone che le cose andranno così.
Ma il gatto ha già una padrona, una ragazza dolce dagli occhi tristi, e un giorno tornerà da lei, a raccontarle le sue avventure, e si farà perdonare per essere scappato così, di punto in bianco, alla ricerca dei confini del mondo.

- Quindi un giorno rivedremo Pataton, papà?
- Ma certo piccolo! Alla fine delle sue strabilianti avventure tornerà qui, e dormirà sulla pancia della mamma, come se non fosse passato neanche un giorno da allora.
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4 commenti:

Calzino ha detto...

Voglio conoscere Pataton!

Mersault ha detto...

è un gattone parecchio scontroso!!!!!

pescelesso ha detto...

Mmm...non so. Io che lo conosco bene so che soffia ai gatti sconosciuti, ma ama i grattini sotto il mento e farsi arruffare il pelo sulla pancia!

pescelesso ha detto...

Mmm...non so, io che lo conosco bene credo abbia una scorza dura, ma un cuore morbido morbido! Ama i grattini sotto il mento e le carezze sulla pancia!

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