03 giugno 2012

Una cosa piccola, ma buona (parte prima)

Quel Venerdì pomeriggio andò in auto al centro commerciale.
Aveva visto su internet che c'era un negozio specializzato in trenini, ed era proprio quello che stava cercando.
Parcheggiò la macchina nella rimessa sotterranea, fregandosene beatamente del divieto d'accesso per le macchine alimentate a GPL, ed individuò dopo un paio di giri a vuoto una macchina che usciva.
Quel giorno il centro commerciale era molto affollato a causa dell'apertura di un nuovo magazzino destinato all'elettronica. Da alcune settimane circolavano per la Città volantini che pubblicizzavano l'apertura, in occasione della quale alcuni prodotti sarebbero stati venduti sottocosto.
La gente si era messa in coda davanti all'entrata parecchie ore prima dell'apertura ufficiale.
Con indifferenza Daniel attraversò la piazza centrale del Centro Commerciale, fendendo una folla festante e rumorosa di umani, televisori al plasma, impianti hi fi, e forni a microonde.
Il negozio di giocattoli apparteneva ad una catena in franchising, con enormi scaffali colmi di merce e commessi giovani ed indolenti.
All'entrata intravide una coppia di ragazzini litigare davanti ad una consolle in prova con un solo pad. Quello più piccolo voleva giocare, ma il più grande non cedeva il comando, facendo scudo col corpo.
Gli succedeva lo stesso con Sebastiano tanti anni prima.
Dal momento in cui si infilava la cassetta nel Commodore, Sebastiano teneva in pugno il magnifico joystick verde, lasciando a Daniel solo il godimento di ammirare l'astuto Paper Boy o il coraggioso bombarolo Bomb Jack in azione. Bei tempi quelli. Pensò con tristezza. Erano passati solo pochi mesi dal funerale di Sebastiano, morto per overdose in casa dei suoi genitori a ventisei anni.

Individuò la sezione trenini, ce n'erano di ogni tipo. Dai favolosi modellini Lima, a quelli di plasticaccia senza arte né parte, a quelli interamente di legno. Rapito da tanta abbondanza, Daniel soppesò la perfetta imitazione di una storica locomotiva diesel in esercizio sulle ferrovie tedesche negli anni sessanta.
Il prezzo era da capogiro, e lui non era certo lì per quello.
Una commessa intuì il suo stato di indecisione e pensò maledestramente di intervenire: -Posso aiutarla?
Daniel la osservò: la tipica commessa dei negozi in franchising, che avrebbe potuto vendere con la stessa indifferenza e scortesia pesce fresco, orologi svizzeri, o mine antiuomo. Non aveva certo l'aria di un'esperta di modellismo ferroviario, tutt'altro, aveva l'aria di quelle ragazze già un po' troppo avanti nell'età per essere lì, deluse dalla vita e dagli uomini, commesse per diritto di nascita.
-Avete la Fleischmann ERT589 delle ferrovie SBB?
Lei lo guardò con disprezzo, lasciando trasparire tutto l'odio che provava per quei supponenti segaioli del modellismo ferroviario. Rifletté un po' sulla richiesta, scomparve dietro lo scaffale e tornò da lui in pochi secondi, trionfante: -Eccola qui, dettagliatissima, edizione limitata con cofanetto in legno. Prezzo 400 euro, un mito assoluto.
E suca stronzo, aggiunse nella sua testa.
Colpito e affondato, Daniel tornò in sé.
-Bellissimo modello, davvero bellissimo. Ci penso un attimo. In realtà sarei qui per il trenino Thomas, quello dei cartoni animati, ce l'avete?
-E' per suo figlio?
-No
-E' per un bambino? chiese lei maliziosamente, tradendo un po' di sarcasmo.
-Si e no, è per mio cugino, oggi è il suo compleanno.
Valerio, cugino di Daniel, aveva ventotto anni ed era ritardato, nel corpo di un adulto il cervello si era fermato ai quattro, cinque anni. Aveva una passione per i cartoni animati, ed in particolare per le avventure del trenino Thomas.
Quella sera i genitori avevano organizzato una festicciola tra parenti per il suo compleanno.
-Comunque si tratta di un giocattolo che dovrebbe essere nello scaffale "bambini".
-Benissimo, e ce l'avete?
-Si e no in effetti.
-Ce l'avete o no? Daniel intuì il gioco al massacro della commessa ed iniziò a spazientirsi. Perdeva la pazienza abbastanza facilmente.
-Di solito si, ma attualmente no, li abbiamo finiti, è un giocattolo molto richiesto. Dovrebbe arrivare una nuova fornitura la prossima settimana, vuole ordinarlo?
-No grazie, mi serve oggi. 
Aveva solo perso tempo, e non sapeva proprio dove trovare un altro negozio di giocattoli nelle vicinanze.
Era un bel problema, da mesi aveva promesso a Valerio che gli avrebbe regalato quel diavolo di trenino Thomas.
Uscì dal negozio indeciso sul da farsi.
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